Joe Biden, Kamala Harris e il 25′ emendamento

Se l'enfatizzazione delle cadute di Biden fosse lo strumento per un avvicendamento alla Casa Bianca?

E se tutto il disamoramento che la stampa sta prematuramente dimostrando verso Biden, e le sue cadute, di stile e fisiche, fossero strumentali ad aprire la strada alla Harris?

Acquisire elementi e prove qua e là da tirare fuori al momento opportuno.

I giornalisti fanno il loro dovere e raccontano i nudi fatti, potreste dire voi. Mai senza uno scopo.

Kamala Harris, in qualità di Vice Presidente potrebbe invocare il 25° emendamento della Costituzione Usa. Che permette il trasferimento dei poteri del/la presidente al/la vicepresidente, in modo temporaneo o permanente.

Dopo che Biden aveva definito Putin un assassino, i bombardamenti in Siria e le tensioni nel vertice Usa Cina, altri inciampi per il presidente più vecchio della storia.

Biden è caduto tre volte sulla scaletta dell’Air Force One, l’aereo presidenziale, di fronte ai giornalisti impietosi.

Questo dopo che Putin gli aveva augurato “una buona salute”, adombrandone le debolezze fisiche e psicologiche.

La stampa, che in funzione anti Trump aveva osannato il Vice di Obama, ora pare volerlo abbandonare. E stato l’utile idiota per battere di misura e non senza sospetti il Donald, ora non serve più.

Ora c’è Kamala e lo strumento che le spianerebbe la strada alla presidenza. Cioè  il 25′ emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Il 25′ emendamento

Ratificato nel 1967, quattro anni dopo l’assassinio di John Kennedy, questo emendamento ha lo scopo di agevolare la successione presidenziale qualora un presidente diventi “incapace” di adempiere ai propri doveri.

I precedenti

Fino ad oggi, tuttavia, nessun presidente in carica si è visto rimosso definitivamente in questo modo.

Il 25° emendamento consente al vicepresidente di diventare presidente ad interim. Quando un presidente non è in grado di continuare a svolgere le proprie funzioni, ad esempio diventando inabile a causa di una malattia fisica o mentale.

Diversi presidenti hanno utilizzato questo provvedimento, in particolare la sezione 3, che consente il trasferimento temporaneo dei poteri.

Nel 2002 e 2007, ad esempio, il presidente George W. Bush lo usò quando si sottopose a delle colonscopie di routine.

Il presidente Ronald Reagan fece lo stesso nel 1985, quando si ricoverò in ospedale per un intervento chirurgico. E c’era chi lo invocava quando sempre Reagan parve in un periodo di disinteresse per la carica, forse i prodromi dell’Alzheimer che lo colpì anni dopo.

L’idea di applicare il 25° emendamento fu ovviamente evocata anche per Trump.

Era già sorta dopo dopo il contagio da Covid-19 nell’ottobre dello scorso anno, e il suo conseguente ricovero in ospedale. Poi evocato nel caso non volesse, dopo l’assalto a Capitol Hill, lasciare la Casa Bianca il 20 di gennaio scorso, giorno dell’insediamento di Biden. Non se ne fece nulla.

La parte dell’emendamento invocata nel caso di Biden è la sezione quattro, che consentirebbe al/la vicepresidente e alla maggioranza del gabinetto di dichiarare il presidente incapace e trasferire i suoi poteri alla Harris definitivamente.

Definitivamente

Per fare ciò, serve una lettera agli speakers delle Camere e del Senato che affermi che il presidente non è idoneo a governare o incapace “di assolvere i poteri e i doveri del suo ufficio”.

Al presidente viene lasciata la possibilità di offrire una risposta scritta e, se contesta la dichiarazione del vice e del gabinetto, spetta al Congresso prendere la decisione finale.

Qualsiasi voto al Campidoglio che ordini la rimozione del presidente richiede una maggioranza dei due terzi di Camera e Senato. Fino a quando la questione non viene risolta, in ogni caso, il vicepresidente agisce da presidente.

Così finalmente le élite radical chic e liberal di tutto il mondo  avrebbero la loro Presidente donna e di colore, pronta a fare danni come quando era procuratore a San Francisco.

 

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