La Juventus negli ultimi 15 anni è stata coinvolta nei più grandi scandali del calcio moderno: dal sistema Moggi, dove fu addirittura retrocessa in serie B, alle Plusvalenze ed i bilanci taroccati, passando per il doping. Insomma non si è fatta mancare niente.
Tutto quanto c’è stato negli ultimi anni di marcio nel mondo del calcio in qualche modo ha riguardato la Juventus.
Eppure il sistema la protegge ancora, nonostante tutto. Non sono d’accordo con chi dice che finisce sempre e tutto a tarallucci e vino, perché a differenza di ciò che accadeva trent’anni fa, la Juventus punizioni le ha subite. La retrocessione nel 2005 e per quanto riguarda quest’anno, l’esclusione dalla Champions. Che comunque sarà la vera sanzione comminata, non gli spiccioli della pena derivante dal patteggiamento.
Ancora troppo poco?
Assolutamente d’accordo, tuttavia se coloro che dovrebbero essere i primi ad indignarsi continuano a comportarsi come se niente fosse accaduto, mi riferisco ai presidenti delle altre squadre, la cose non potranno mai cambiare.
Non servono a niente le proteste dei tifosi che giustamente si sentono presi in giro, vedendo applicare pene risibili a fronte di quanto è stato commesso. Parliamoci chiaro: la Juventus ha barato, ha partecipato a campionati a cui molto probabilmente, avendo violato le norme per chi è stata condannata, non avrebbe potuto partecipare. Ha ottenuto vittorie sul campo con giocatori che, seguendo le stesse regole, non avrebbe potuto schierare.
Le più danneggiate quindi da questi continui e ripetuti illeciti sono le altre squadre di serie A che, in persona di loro presidenti e dirigenti, sono le uniche -ancor più della giustizia sportiva, che più di tanto non ha voluto fare- che possono mettere fine al sistema Juventus.
Una sola via
La strada da intraprendere è solo una: smettere di fare affari con la Juventus. Smettere di cedergli i migliori giocatori e per giunta a condizioni vantaggiose, vedi Sassuolo. In sostanza isolarla: solo in questo modo potremmo veramente ripulire il calcio italiano dall’inquinamento juventino. Le parole non bastano: c’è bisogno dei fatti per scardinare il potere di chi crede di essere al di sopra diruti e di tutti.
È una rivoluzione culturale quella che serve. Perché fino a che saremo tutti quanti servi di questo sistema, non cambierà niente. A questo proposito le parole del Presidente della Federcalcio Gravina sono la testimonianza evidente di quanto al sistema non interessa la giustizia che, mai come in questo caso, non è stata uguale per tutti. Il Chievo Verona per gli stesi illeciti commessi dalla Juventus è stato cancellato dal calcio professionistico.
Giustizia sportiva prezzolata
La giustizia sportiva è in sostanza una giustizia che strizza l’occhio a chi muove tanti milioni in un modo del calcio che sembra essere totalmente al servizio del dio denaro. Dove chi chi muove tanti soldi, ha tanti tifosi che vogliono dire diritti televisivi e soldi alla televisioni a pagamento, non può essere punito come dovrebbe. Perché in sostanza è questo sistema corrotto che sorregge un baraccone che fa sempre più fatica a sorreggersi.
In tutta questa vicenda quindi oltre alla lealtà sportiva, chi esce veramente con le ossa rotte è proprio la FIGC che non ha saputo gestire questa situazione. Invece che lasciare finire la stagione e poi procedere quindi ad un corretta ed esemplare punizione, ha preferito falsare ancora di più un campionato, più di quanto non sia stato falsato dagli illeciti perpetrati dai bianconeri. Gestione a livello dilettantistico dei punti di penalizzazione, prima inferti a metà campionato, poi tolti e di nuovo inferti in misura chirurgicamente minore, in modo da non fare troppo male, 15 minuti prima dell’Inizio di una partita, finendo poi con la farsa del patteggiamento.
Come si suole dire in questi casi il pesce puzza dalla testa e la testa purtroppo è tutto i sistema calcio, colluso a questo sistema nessuno escluso, e chi ci rimette sono soltanto i tifosi ovvero l’unica e sola parte genuina di un sistema falso e corrotto.
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