Questo libro di Karl Marx, che non è mai apparso nella Russia marxista, è un’antologia degli articoli pubblicati dal filosofo di Treviri sul New York Tribune, dal 1851 al 1861. Dieci anni, durante i quali Marx segue e commenta gli avvenimenti della politica internazionale, interessandosi particolarmente della questione orientale e della Russia. Marx riteneva che la Russia fosse un Paese nel quale le idee comuniste non si potessero affermare in nessun modo e che quindi la rivoluzione non potesse contare su un Paese come quello; e ciò anche per l’innegabile tendenza imperialista russa. Un testo di sbalorditiva attualità.
Contro la Russia di Karl Marx sembra scritto oggi.
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Karl Marx
(Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883) è stato un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, giornalista e politico tedesco.
Nato in una famiglia di origine ebrea relativamente agiata della classe media, Marx studiò all’Università di Bonn e all’Università Humboldt di Berlino, iniziando a interessarsi alle opinioni filosofiche dei giovani hegeliani. Dopo la laurea contribuì alla Gazzetta renana, giornale radicale di Colonia. Trasferitosi a Parigi nel 1843, continuò a lavorare per diversi giornali radicali e incontrò importanti amici e sostenitori, tra cui Friedrich Engels, con cui pubblicò il Manifesto del Partito Comunista nel 1848.
Esiliato dalla Francia nel 1849 a causa delle sue idee politiche e per il suo supporto ai moti del 1848, Marx si trasferì con la moglie Jenny von Westphalen e i figli prima a Bruxelles e poi a Londra. Qui continuò a lavorare come giornalista per il giornale anglo-americano New York Tribune e ad approfondire i suoi studi sull’economia politica, arrivando così a elaborare la sua teoria economica che avrebbe dovuto essere esposta ne Il Capitale, di cui Marx riuscì a pubblicare solamente il primo volume nel 1867. I successivi due volumi sarebbero stati pubblicati postumi da Engels (1885 e 1894) e la versione completa delle Teorie del plusvalore da Karl Kautsky (1905-1910).