Kiev – L’esercito russo avanza verso un’altra centrale ucraina, la seconda più grande del Paese. Si tratta dell’impianto di Yuzhnoukrainsk, nella regione di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, un impianto composto da 4 reattori, dal quale ormai le truppe di Mosca si trovano a una trentina di chilometri.
Dopo la conquista del sito di Zaporizhzhia, con l’Aiea che ha assicurato che non si è registrata “alcuna fuoriuscita di radiazioni”, sembra chiara, secondo gli esperti, la strategia di Mosca di assicurarsi il controllo dei centri che garantiscono la fornitura di elettricità all’intero Paese. La sola centrale di Zaporizhzhia, infatti, garantisce il 40% della produzione di energia elettrica dell’intera Ucraina.
Mariupol sotto assedio, il sindaco: “Attacchi spietati”
Si intensificano i combattimenti anche in altre zone dell’Ucraina, con le forze russe che stanno ponendo un “drammatico” assedio alla strategica Mariupol, nell’Ucraina orientale. Il sindaco della città, Vadim Boichenko ha denunciato “attacchi spietati” e ha chiesto la creazione di un corridoio umanitario: “Per il momento stiamo cercando soluzioni ai problemi umanitari e tutti i modi possibili per far uscire Mariupol dal blocco”, ha detto in un messaggio pubblicato sull’account Telegram dell’ufficio del sindaco di questa città di circa 450.000 abitanti, situata sul Mar d’Azov.
Nei giorni scorsi il sindaco di Mariupol era stato accusato da Mosca di aver cercato di assediare la città, distruggendo ponti e treni per impedire ai residenti di uscire. “Per cinque giorni la nostra città natale, la nostra famiglia composta da mezzo milione di persone, è sotto un attacco spietato”, ha scritto il sindaco invitando a continuare la resistenza specificando che Mariupol.
La Nato esclude la ‘no fly zone’, Kiev protesta
È polemica, intanto, sulla decisione della Nato di non adottare la No Fly Zone sui cieli ucraini. “Abbiamo la responsabilità, come alleati della Nato, di prevenire che questa guerra si estenda oltre l’Ucraina. Perché sarebbe ancora più pericoloso, più devastante e costerebbe ancora più sofferenza umana”, ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione straordinaria con i ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica.
“Quindi non interveniamo in Ucraina né sul terreno né nello spazio aereo. Ovviamente l’unico modo per attuare una no fly zone è inviare aerei Nato e abbattere gli aerei russi. La nostra valutazione è che comprendiamo la disperazione ma crediamo che se lo facessimo finiremmo in qualcosa che potrebbe portare a un conflitto europeo che coinvolge molti più Stati e causerebbe molto più sofferenza”, ha aggiunto Stoltenberg.
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