Il dittatore della Nord Corea Kim Yong-un avrebbe ordinato la confisca di tutti i cani da compagnia della capitale Pyongyang. Ufficialmente, perché le povere bestie rappresenterebbero la “decadenza capitalista” e sarebbe simbolo di “una tendenza ‘contaminata’ dall’ideologia borghese“. La notizia è stata lanciata dall’edizione inglese del quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo e rilanciata da vari tabloid britannici.
Cani e gatti confiscati con la forza e soppressi
“Le autorità – scrive il quotidiano – hanno identificato le famiglie con cani da compagnia e le stanno costringendo a rinunciarvi. Oppure gli animali vengono confiscati con la forza e soppressi”. Dietro la decisione brutale del tiranno comunista, però, non ci sarebbe solo l’ideologia anti-occidentale. Bensì un motivo molto più prosaico, e agghiacciante. I padroni degli animali, infatti, sospettano che i cani verranno spediti direttamente nei ristoranti e nelle mense. La loro carne, apprezzata in Estremo Oriente, aiuterebbe a sopperire alla crisi economica e alimentare in cui versa la Corea del Nord.
Il regno di quell’orrido ciccione sadico di Kim Yong-un negli anni ha assunto toni da horror di infimo livello. Peccato che non sia morto ad aprile, quando era scomparso per tre settimane. Per quanto ne sappiamo il dittatore comunista al momento gode di ottima salute, purtroppo.
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