A Peja, nella regione occidentale del Kosovo, si esibisce martedì 8 novembre il cantautore polistrumentista (e scrittore) Vinicio Capossela, nella giornata di chiusura del “Peja Jazz Festival”. Il concerto, realizzato col sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Pristina e dell’Istituto Italiano di Cultura di Tirana nell’ambito del piano di promozione integrata “Vivere all’Italiana”, è in programma alle ore 20 al Cinema “Jusuf Gërvalla” (Hasan Prishtina 73, Peja). Prima della tappa kosovara, Capossela è in scena, sempre col supporto della Farnesina, a Belgrado (2 novembre), Scutari (4 novembre), Tirana (6 novembre), mentre subito dopo si esibisce a Skopje (9 novembre), nell’ambito di quello che ha battezzato “Balkangiro”.
«È un viaggio d’autunno amato e desiderato da anni, ventisei per l’esattezza. Tanti ne sono trascorsi da quando realizzai il mio primo viaggio in quella che allora si chiamava Jugoslavia. Era come un mondo che dialogava con la mia infanzia, un mondo speculare oltre l’Adriatico. Un quarto di secolo dopo, è come se aldilà del mare che separa l’Italia dai Balcani continui a battere la parte non addomesticata del cuore – dice Capossela -. Suonare in Kosovo, poi, ha una valenza speciale. Ci sono le piaghe della Storia che hanno segnato e continuano a segnare questo Paese, che però guarda avanti e sogna l’Europa, dove merita di stare con la ricchezza della sua cultura che è crocevia di molteplici tradizioni. Anche la mia musica è un po’ così: vi si ritrova l’eco dell’opera italiana, dello swing, del rock mitologico, delle tradizioni rurali, dello spurio dionisiaco mediterraneo, ma anche un poco di “turbofolk” balcanico», aggiunge.
Ad accompagnare l’artista italiano in questo viaggio ci sono Victor Herrero (chitarre), Andrea Lamacchia (contrabbasso), Giovannangelo De Gennaro (viella e aulofoni) e Vincenzo Vasi (theremin, percussioni).
«Siamo particolarmente felici di avere Vinicio Capossela in Kosovo e a Peja in particolare, per almeno due ragioni. Anzitutto perché, attraverso la sua produzione, ha da sempre mostrato vicinanza nei confronti dei Balcani e il suo stile e le sonorità folk richiamano molti elementi delle tradizioni musicali di questa regione. In secondo luogo, perché il Kosovo e in modo speciale la città di Peja sono da sempre legati all’Italia, che dalla fine della guerra ha assicurato il suo ruolo attivo nella missione di peacekeeping con la guida del comando regionale KFOR. Nella popolazione del Kosovo Capossela ritroverà l’Italia che omaggia nelle sue canzoni: quella degli umili, della gente che sa ingegnarsi e che sa essere generosa», dicono l’Ambasciatore d’Italia a Pristina Antonello De Riu e il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tirana Alessandro Ruggera.
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