La barzelletta del “docente esperto”.Uno dei portati del PNRR è il “docente esperto”. Ci dicono che tra i paletti europei c’era quello della diversificazione delle carriere dei docenti. Ma gli stessi che ci hanno chiesto questo passaggio non possono non sapere che per stipendi il personale scolastico italiano è il fanalino di coda del continente. Grande riforma quella di “muovere” la carriera di 8.000 docenti l’anno. In pratica, a conti fatti, si tratta dell’1% del totale nazionale.
Fumo, fuffa, specchietto per allodole sono le migliori definizioni che ci sentiamo di dare a questo provvedimento.
Demagogia
Crediamo che neanche un iota dei problemi della scuola italiana sarà spostato da questa scelta ipocrita e demagogica, che tiene ben nascosto sotto il tappeto la polvere decennale accumulata dal nostro sistema di istruzione.
Per non parlare del neanche troppo velato attacco alla dignità di chi opera nella scuola da decenni, con sicura professionalità e la costante ambizione ad aggiornarsi professionalmente per lo più a livello individuale, che vedrà aprirsi per un’esigua minoranza la qualifica “napoleonica” di insegnante esperto. Tutti sanno invece, lo dicono esperienza e buon senso, che le medaglie al valore si acquistano sul campo e non con titoli ampollosi coniati ad arte, magari insieme a costosi carrozzoni burocratici come la “scuola di alta formazione” dei docenti.
Ci auguriamo che il prossimo governo, a prescindere da chiunque vinca le prossime elezioni, cancelli questa provocatoria e grottesca norma. Allo stesso tempo ci attendiamo che i problemi della scuola italiano tornino al centro di questa campagna elettorale, a cominciare dai programmi delle coalizioni in campo.
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