La bimba e la pesca. Il mondo al contrario.
Si accende la TV e, quasi sempre, appare uno spot pubblicitario. Siamo oppressi, quasi ossessionati da queste reclame, che, il più delle volte sono risibili se non orribili.
Altrettanto spesso, non si ricorda affatto quanto si sta promuovendo, cercando di diffonderlo, reclamizzandolo. Perché non si ascolta o si cambia canale, rischiando di imbattersi, quasi sicuramente, in altra pubblicità. O addirittura la medesima.
Generalmente non mi piacciono gli spot con i bambini. Spesso talmente queruli, talvolta lagnosi o divertenti, da diventare antipatici.
Ma quello della pesca è delizioso
La mamma al super cerca Emma, quattro cinque anni. Non la trova subito e, a dire il vero, questo crea un attimo di ansia, data la realtà che ci circonda. Fa pensare a una brutta storia. Orco e via discorrendo.
Ma la bambina sta semplicemente prendendo, dopo averla scelta, almeno così appare, una pesca. Una volta a casa, arriva il babbo che aspetta la piccola in macchina. Dopo essersi accomodata sul sedile, apre lo zainetto, estrae la pesca e… “L’ha comprata la mamma per te”. Il babbo, sorridente, dice che la chiamerà sicuramente per ringraziarla. Facendo sorridere anche lei, soddisfatta… E, probabilmente, con una speranza nel cuore.
Chissà perché, stavolta, il nome dell’azienda rimane nella memoria della maggior parte degli utenti televisivi. Con emozione per quasi tutti.
Si nota da tutto ciò che è derivato
“Non c’è una spesa che non sia importante”. Infatti, non c’è niente di più importante di un auspicio di una ricongiungimento famigliare. Di babbo e mamma che fanno pace. Con i quali poter vivere, senza essere sballottati di qua e di là.
Per carità. Le polemiche si sprecano. Al ludibrio delle genti sarebbe proposto, secondo i nostri cari progressisti esaltanti il politically correct, qualcosa che è contraria al divorzio, o comunque alla separazione di un uomo e una donna che, semplicemente non si amano più o che non stanno più volentieri, insieme.
Il marketing ha ottenuto il suo scopo. Chi ha visto la pubblicità ne parla e ne discute. In bene o in male. E giù a ululare contro Esselunga che è considerato un market di destra, a differenza della Coop, da sempre di sinistra. Fin da quando eri tu e nessuno poteva darti di più.
“Uh, ecco che esce la pubblicità contro il divorzio, in favore della famiglia tradizionale”. Come se fosse una bestemmia.
C’è chi grida che è l’ora di finirla di sfruttare i bambini
In verità anche io sarei di questo avviso, ma quando mi emoziono rivedo il mio punto di vista. Giusto o non giusto che sia. Del resto il saggio dice che è stupido e idiota chi non cambia mai idea.
Dunque, sperare di vedere di nuovo insieme babbo e mamma, da parte dei figli, grandi o piccoli che siano, per alcuni sarebbe addirittura insano.
Esiste anche chi rimprovera l’autore dello spot , accusandolo di infilare il dito nella piaga e quasi evidenziare la pena dei figli sballottati da un genitore all’altro. che avrebbero già sofferto abbastanza, indugiando sulla sofferenza dei bambini , figli di separati. La pesca per papà ha indignato tutto il mondo del politicamente corretto e c’è perfino chi accusa lo spot di tirare la volata al Presidente del consiglio, per altro non sposata bensì fidanzata convivente. E quasi di essere etero diretto. Infatti, se non ricordo male, non si allude assolutamente al divorzio, ma a genitori e un figlio. Una coppia. Maschio e femmina e il frutto di un amore.
C’è chi si scandalizza di un fatto così naturale, in cui i figli desiderano rientrare a casa e incontrare i genitori a tavola e poi, magari a turno o insieme, rincalzano le coperte del lettino, all’ora della nanna. Ma il pregiudizio ideologico la dice lunga. Uno spot delicatissimo nonché emozionante, viene ritenuto offensivo rinfocolando polemiche sterili.
«La campagna vuole mettere in luce l’importanza della spesa, che non è solo un atto d’acquisto, ma ha un valore simbolico molto più ampio», spiega Roberto Selva, responsabile del marketing della catena di supermercati, surfando sulle polemiche e compiaciuto del fatto che la pubblicità ha commosso, quindi ha fatto centro. «Per ogni prodotto che mettiamo nel carrello c’è un significato più profondo di quello che siamo abituati a pensare».
Ricordo, al suo esordio, nel 1970, la legge che consentiva, non auspicava, il divorzio nei casi più pesanti e difficili, quando, ad esempio, l’uomo rientrava ubriaco e menava la donna anche davanti ai figli.
Ma si vedeva come l’ultima spiaggia, non come un modo facile per riconquistare la propria libertà per motivi risibili o a causa di incompatibilità di carattere, come alcuni popoli occidentali, come USA, già esplicavano.
Ma non è andata proprio così. E quando ci sono i figli ci si dovrebbe soffermare un tantino, prima di prendere una decisione così importante. Nulla di più.
Oggi assistiamo a un fatto insolito, quasi atipico, inconsueto.
I giovani, tanti ormai , prendono le distanze dal matrimonio, religioso o civile. Preferiscono la convivenza. Eppure sanno bene che potrebbero divorziare. Ma perchè soggiacere alle norme burocratiche così noiose.. In ogni caso se ci sono figli, l’importanza della decisione di separarsi, non cambia.
Di contro, assistiamo ad una bramosia di sposarsi di persone omosessuali. E con un gran desiderio di maternità/paternità.
Come Tiziano Ferro e il compagno che si separano, lasciando alcuni figli nella confusione non solo di chi è il babbo o la mamma, ma anche ben oltre. Ehh, ma nessuno ha mai detto che non avrebbero potuto. Ma, come , se ci hanno tormentato per anni col fatto che l’amore vince su tutto anche quello omosex, anzi, specialmente quello.
Ma così va la vita. Ogni essere umano segue le proprie attitudini, inclinazioni. E questo è quanto.
E il mondo va sempre più alla rovescia.
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