La Coca-Cola, in un corso per dipendenti, ha aggiunto frasi discriminatorie alle domande sottoposte ai discenti.
Li ha interrogati sull’essere bianchi, invitandoli a sentirsi meno appartenenti ad una categoria secondo loro privilegiata.
La follia politically correct
Come riportato da Fox Business, l’azienda ha promosso un corso di formazione online che esorta i propri dipendenti a “cercare di essere meno bianchi” per combattere la discriminazione razziale e il razzismo.
Ma che significa esattamente essere “meno bianchi”, secondo la nota multinazionale? Secondo le diapositive mostrate durante il corso, vuol dire “essere meno arroganti”, meno “sicuri“, più “umili” e, soprattutto, piantarla con la “solidarietà fra bianchi“.
Ad elidere la propria identità
L’iniziativa della Coca-Cola ha destato scalpore e critiche.
L’avvocato e fondatore del Center for American Liberty Harmeet Dhillon, che ha condiviso le diapositive del corso sul suo profilo Twitter, ha parlato apertamente di “discriminazione razziale” verso i bianchi.
Che sia un corso specifico per i dipendenti o aperto a tutti, a dirla tutta, non cambia di una virgola il messaggio farneticante che la Coca-Cola vuole dare rispetto al tema della “discriminazione razziale“. Un messaggio palesemente discriminatorio verso gli stessi “bianchi” tacciati tout court di razzismo”.
Da parte nostra non concepiamo un’iniziativa che ha il sapore censoreo degli anni ’50.
O un voluto tentativo di fare sentire in colpa individui per il colore della loro pelle.
Ogni nucleo umano, ogni razza, ha avuto pregi e difetti.
Capolavori d’arte, di scienza, di filosofia sono da annoverare tra i primi.
La cancel culture, che ormai è involontariamente comica al pari di una pagina di Lercio, non cancellerà quanto di immortale la cultura occidentale ha prodotto, sull’altare di un giorno giustificazionista senso di colpa collettivo. Che hanno solo loro.
Ognuno deve essere onorato ed orgoglioso della cultura cui appartiene, limarne i difetti ed essere consapevole dei pregi.
Non sarà una bibita zuccherata a cambiare l’ordine delle cose, in ossequio alla moda di sparare alzo zero su tutto quello che siamo.
Perché pensate che ai dirigenti di queste multinazionali importi qualcosa dell’ambiente o del razzismo?
È solo una questione modaiola e di marketing, al pari di Babbo Natale o dell’orso polare
Orso che è e sarà irrimediabilmente bianco.
E non se ne cura o vergogna.
Da parte nostra possiamo solo impegnarci a non bere più tale intruglio, la nostra salute ne beneficerà.
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