La coesistenza fra le moderne democrazie e l’intelligenza artificiale

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La coesistenza fra le moderne democrazie e l’intelligenza artificiale

Celebrata come un nuovo modello di organizzazione sociale, ci si sta interrogando da più parti in che misura le tecnologie della Intelligenza Artificiale possono modificare gli assetti politici ed economici globali.

L’intelligenza artificiale costringe a ritenere oramai obsoleta anche la parola “globalizzazione” coniata primi anni del nuovo millennio

Nel percorso culturale che ha collegato l’innovazione tecnologica e la cultura dal dopoguerra ad oggi, si sono possono riscontrare una serie di tappe. La prima potrebbe essere dalla Bit generation anni’60 la quale prospettava un il progetto tecnologico costituito da auto, frigoriferi e televisori. Solo negli anni ’70 con i figli dei fiori i nuovi ideali di libertà e di anarchia, in qualsiasi forma sia politica, religiosa che patriarcale, si fecero strada. È proprio dal connubio nella totale fiducia nelle tecnologie e nella visione hippy che nasce il progetto del Nuovo Mondo, aperto, connesso, integrato e tecnologico.

Internet, nato inizialmente per scopi puramente bellici, si integrava perfettamente con la sintesi dei progetti filosofici anni ’60-‘70. La rivoluzione anni ’90, dei personal computer e in seguito dei cellulari, ha reso necessario regolamentare nuove norme come privacy, diritto all’oblio, necessità di tutela dell’identità.

Processi che però sono sempre all’interno di un ben specifico ordinamento giuridico, in uno Stato, inteso tradizionalmente come popolo e territorio

La globalizzazione ha aperto le frontiere in maniera dirompente e ha cominciato a creare nuovi equilibri nell’assetto politico sia all’interno degli Stati che all’esterno. Ma con il tempo ci siamo resi conto che i processi di democratizzazione e libertà, non solo non stavano progredendo, ma anzi stavano subendo uno stop.

Oggi i nostri smartphone stanno diventando i cloni di noi stessi

Si rivelano una sorta di individuo parallelo che immagazzina i nostri bisogni, i nostri consumi, le nostre amicizie, le nostre idee, i nostri pensieri. Dentro quel piccolo strumento tascabile c’è la nostra vita, il nostro secondo “noi”. E qui nasce la riflessione. La capacità di agire in forma digitale diventa sempre più necessità nella quotidianità, compreso l’essere parte di uno Stato che garantisca il diritto e dia il potere di essere cittadini.

Le democrazie liberali risultano sempre più presenti in rete ed hanno i mezzi e le capacità di sfruttare le tecnologie informatiche per procedere alla partecipazione delle decisioni pubbliche.

Il che ha una connotazione positiva

Era proprio la sintesi fra Bit Generation e Figli dei fiori, quello di procedere alla creazione di nuove tecnologie in grado di accedere direttamente e senza filtri alle stanze del potere. Uno strumento che poteva servire soprattutto per “svegliare” gli Stati che non godevano di un governo democratico.

Ci siamo illusi

Nonostante le connessioni sono sempre più rapide e radicate, paesi come Iran continuano nella loro rigidità dittatoriale, la Russia rimane saldamente nel potere di Putin, la Cina viene governata dal governo comunista di Pechino.

La rete di Internet non è riuscita a rafforzare l’idea di democrazia liberale.

Anzi, il rischio è che siano le democrazie liberali ad essere più a rischio di fronte alla massiccia integrazione dell’Intelligenza Artificiale.

Tramite l’Intelligenza Artificiale non abbiamo più certezze dove siano i nostri dati

Purtroppo, lo smartphone non è una “cassaforte” dove il nostro vissuto è al sicuro. I dati possono essere utilizzati per i più svariati motivi.

Lo smartphone può essere considerato il nostro “clone” tecnologico. Ma anche se i cellulari ci guidano negli acquisti, ci aiutano nelle pratiche, ci archiviano documenti, con l’avvento dell’Intelligenza artificiale si sostituiranno del tutto a noi esseri umani?

Basterà solo un clic, da parte di un qualsiasi leader democratico o no, per fare in modo che il nostro “io” tecnologico sparirà in un nanosecondo. Annullandoci anche come cittadini e consumatori.

Senza dubbio, l’intelligenza artificiale sta mettendo a prova le democrazie attuale

L’approccio che dobbiamo tenere è quello dell’equilibrio e della salvaguardia, tra regolarizzare i rischi e implementare la tecnologia per il beneficio della comunità. Speriamo davvero che sia così.

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