BCE – La sentenza del Tribunale costituzionale tedesco che ha parzialmente boccato il Quantitative Easing della BCE ha fatto scalpore. Ma in quanti hanno realmente capito cosa è successo? Cerchiamo di fare chiarezza sulla questione e andiamo per ordine.
I CONTROLIMITI
Per farlo dobbiamo partire da quel concetto giuridico che viene definito “controlimite” che si trova nella Legge Fondamentale, cioè la Costituzione tedesca. L’articolo 23, comma 1 stabilisce che “Per la realizzazione di un’Europa unita la Repubblica federale di Germania collabora allo sviluppo dell’Unione Europea che è fedele ai principi federativi, sociali, dello Stato di diritto e democratico nonché al principio di sussidiarietà e che garantisce una tutela dei diritti fondamentali sostanzialmente paragonabile a quella della presente Legge fondamentale. La Federazione può a questo scopo, mediante legge approvata dal Bundesrat, trasferire diritti di sovranità”. Il controlimite è nella frase in cui si garantisce la tutela dei diritti fondamentali. In poche parole viene stabilito che i principi costituzionali non sono derogabili dall’Unione. E, in caso di contrasto, prevalgono i principi interni su quelli europei.
LA SENTENZA DEL 5 MAGGIO
E qui si arriva alla sentenza del 5 maggio. Perché proprio in materia di QE la Corte Costituzionale ha ricordato che la Germania è padrona in casa propria. L’inciso non ammette repliche o errori di interpretazione. La Corte, infatti, ha sottolineato di avere “il compito di controllare se i provvedimenti di organi, istituzioni e di altri enti dell’Ue siano basati su eccessi palesi di competenza o se incidano sul nucleo non trasferibile dell’identità costituzionale, con la conseguenza che gli organi statali tedeschi non debbano partecipare alla loro attuazione”.
La questione di cui si dibatteva era relativa al rispetto del principio di proporzionalità dell’intervento monetario della BCE. Cioè la BCE dovrà dimostrare alla Corte che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti dal QE non siano sproporzionati rispetto agli effetti di politica economica e fiscale che ne derivano. In mancanza di tale dimostrazione la Bundesbank non dovrà più partecipare all’attuazione e all’esecuzione delle decisioni della BCE.
I CONTROLIMITI IN ITALIA
A questo punto c’è da porsi una domanda: sono cattivi i tedeschi o fessi gli italiani che non fanno altrettanto? Ci sarebbe da rispondere fessi due volte. Perché la Corte Costituzionale italiana ha enunciato gli stessi controlimiti della Germania. Per la precisione nella sentenza 238 del 2014. Ed è stata chiarissima. Ha stabilito, infatti, che le norme internazionali devono essere rese compatibili con i “principi qualificanti e irrinunciabili dell’assetto costituzionale e quindi, con i principi che sovraintendono alla tutela dei diritti fondamentali”.
SADICO AUTOLESIONISMO ITALICO
E’ evidente, quindi, che quando si parla di strapotere dell’UE nei confronti dell’Italia si parla uno strapotere politico ma non giuridico. Perché gli strumenti per bloccare decisioni che vadano a incidere sui principi costituzionali ci sono, ma non vengono attivati. Manca, come sempre più spesso avviene, la volontà politica di tutelare gli interessi nazionali. In una sorta di servilismo esterofilo che ormai è sfociato in un sadico autolesionismo.
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