In questi giorni i musei sono riaperti per DPCM o per colore giallo. Una buona notizia.
Siamo il Paese al mondo con la più alta concentrazione di beni culturali per chilometro quadrato. Dove ti muovi c’è un museo, un qualcosa di identitario dell’origine culturale dello spicchio di territorio che attraversi. Una chiesa, un palazzo, una cultura, un appezzamento tipico.
Quanto contribuisce la cultura al nostro PIL? Solo di biglietti d’ingresso e persone che gravitano attorno ai musei italiani, moltissimo. Così come l’indotto che genera:
- pasti consumati presso ristoranti,
- posti letto in alberghi o simil,
- acquisti di beni tipici (come la cravatta di Marinella a Napoli!)
Il bene tipico infatti non è solo la mozzarella locale, ma anche il fashion che nella moda rappresenta il nostro lifestyle. E se sei Napoli, oltre a vedere le bellezze locali, come la galleria San Carlo, il Museo di Capodimonte, prendi pure un caffè con la sfolgiatella riccia al Gambrinus. E ti fai un regalo per ricordo del viaggio di una bella cravatta “settepieghe centenaria” da Marinella. Eri andato lì per vedere le pitture del Duecento Fiorentino a Capodimonte, frutto delle ambascerie dei Bardi e dei Peruzzi e ti ritrovi con la pizza sotto i denti ed un bel nodo al collo da qualche foglio da venti euro!
I musei danno vita all’economia locale
Ecco cosa vuol dire riaprire i musei italiani: vuol dire nutrire non solo la mente ma anche ravvivare i consumi locali delle varie città/località italiane.
Siete mai stati alla Pinacoteca di Forlì? Boldini vi aspetta. Ecco ne vale la pena, fatelo. E gli itinerari verdiani? Busseto? Parma? Fate una bella girata quando potete, e nutritevi per esempio di un grande patriota come Giuseppe Verdi.
Il Poldi Pezzoli a Milano? Tra quei grattacieli un museo che vi metterà in diretto contatto con quegli italiani della borghesia milanese che cantarono il “Va Pensiero” all’Imperatore austriaco Cecco Beppe. E poi via in mezzo ai grattacieli ed alla movida dei navigli.
Vi piace la storia antica, volete visitare la Magna Grecia? Fate come i nobili e l’alta borghesia inglese di fine ‘800 ed andate a vedere i tre templi dorici di Paestum. Uno spettacolo senza fine. Sembra di essere in un viaggio del tempo e dietro l’angolo “Piè Veloce” può apparirvi!
Se si riflette per un attimo a cosa abbiamo noi in Italia come bellezze storico culturali viene i brividi.
L’arte italiana è in tutto il mondo
Parliamo di Leonardo. Leonardo da Vinci. Al Louvre, dove Napoleone portò un po’ delle nostre tele, il padiglione italiano è il più visitato. Tutti vogliono vedere la Gioconda, ma molti si fermano di fronte al San Giovannino di Leonardo. Che ti guarda negli occhi e con il dito indice della sua mano punta il cielo come a dirti: “perché guardi me, che sono un uomo come te, guarda lassù e vedrai Dio”. Estasi.
E lo stesso dicasi a Londra alla National Gallery oppure a San Pietroburgo: noi italiani. I Primi.
Perfino Monet venne in Italia a dipingere, e non poteva non farlo, i Macchiaioli esistevano ancora prima degli Impressionisti. E si trovavano qua, nella mia città, a Firenze, al “Caffè Michelangelo”. Sembra di vederli questi Macchiaioli il pomeriggio che introno a Giovanni Fattori e ad Diego Martelli discutono di come la pittura di fine settecento debba trasformarsi in qualcosa di più vero, aprirsi alla vita, uscire dagli studi di pittura ed immortalare la quotidianità.
Ma ci pensate all’800, quando abbiamo fatto l’Italia, quante cose della nostra cultura ancora vediamo e ci circondano nelle nostre Città? Quanti italiani di quelle Città hanno sognato di vedersi uniti in un unico popolo nascosti come Carbonari da Nord a Sud? E viene in mente il monumento a Garibaldi del Gianicolo, “O Roma o Morte”, e se pensi a Garibaldi ti viene in mente le spiagge di Caprera, della Maddalena, della Costa Smeralda, che… ce le abbiamo solo NOI.
Per non parlare degli Uffizi
Degli Uffizi e di Firenze non voglio scrivere niente. Solo farvi sentire, percepire il dolore infinito che noi fiorentini abbiamo per il nostro Centro Storico vuoto. Polmone della nostra cultura, dei nostri colori, dei nostri iris, dei tramonti sulla nostra Cupola. Viene da piangere a sapere che oggi tanta gente soffre per queste chiusure COVID. Tanti amici, tanti cittadini operosi. Ma riaprire gli Uffizi è un segno di speranza. Riaprono i nostri musei: ce la faremo! Siamo un popolo creativo e forte. Ce la dobbiamo fare.
Vorrei scrivere ancora, dei miei viaggi in Italia, dei tanti tantissimi musei che ho visitato, delle campagne e delle nostre Città, delle imbeccate di Philippe D’Averio, di Bernini a Roma e del 600 romano, della storia dei Borromini. Di quanto il nostro paese possa rappresentare nel mondo un lifestyle unico. Noi siamo italiani. Noi abbiamo ereditato questo territorio meraviglioso, unico. Una striscia di terra in mezzo al mare. Noi siamo la cucina e la buona alimentazione. Noi siamo la cultura. Noi siamo il fashion. Noi siamo l’innovazione. E dato che gli altri, anche se ci provano, non riusciranno mai a copiarci, come da una fenice, dai nostri Musei l’Italia rinascerà! Viva l’Italia!!!
Vi rendete conto adesso di che AFFARE è la cultura italiana. Dobbiamo solo amministrarlo e fare di tutto per tenere i nostri musei aperti (ed il resto). E loro daranno ricchezza a tutto il territorio.
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