La destra francese ha bisogno diMarine Le Pen

rivoluzione francese

La destra francese ha bisogno di Marine Le Pen

Silvio Berlusconi lo capì oltre trent’anni fa. Bisogna assolutamente aprire a quello che è a destra dei gollisti in Francia.

Se Berlusconi avesse lasciato fuori dalla porta Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, avrebbe determinato la vittoria della sinistra.

La sinistra non esclude ciò che è a sinistra di quella che è considerata la sinistra riformista e moderata. Non lo fa ad un livello tale che ormai in Italia è più forte l’anima massimalista nel PD rispetto a quella riformista.

Non ignoriamo la gente

Quando gli elettori danno un segnale votando, non possono essere ignorati. Salvo voler produrre il tracollo della rappresentatività delle istituzioni democratiche.

È vero che il consenso di Marine Le Pen è di solito forte in elezioni come quelle europee, poi viene quasi azzerato in quella legislative, grazie al doppio turno di collegio. È però anche vero che suddetto consenso stavolta è diventato impressionante.

Ignorare il fatto che un terzo dei Francesi si sia espresso in favore della Le Pen e tenerla ai margini delle istituzioni, con un patto repubblicano che favorisce solo ed esclusivamente un aborto socialista, che ha l’ambizione di rappresentare qualche moderato di destra come Macron; non rappresenta in alcun modo l’interesse dei gollisti. Ma mi spingo anche a dire che non rappresenta in alcun modo l’interesse del popolo francese. Perché la voce del Popolo non può essere ignorata.

Il Front National, non è più quello del vecchio fondatore

Ha fatto una lunga traversata di legittimazione istituzionale ed è giusto che possa avere ambizioni di governo. Ed è altrettanto giusto che il partito fondato dal grande Charles de Gaulle non accetti di rimanere ai margini della vita repubblicana per favorire un incidente della storia come Emmanuel Macron.

È l’ora della riscossa per la destra in Francia. Anche perché oggi Marine Le Pen rappresenta un interlocutore necessario per ribaltare la maggioranza che fino ad ora sta andando avanti in Europa e portando avanti quei tre eccessi che oggi sottolinea Ricolfi sul Messaggero e contro i quali gli elettori si sono schierati: la transizione Green eccessivamente veloce, la politica sbagliata sull’immigrazione ed il politicamente corretto dei burocrati europei.

Non si può ignorare la gente

Portare Marine Le Pen al governo significa responsabilizzare un’intera classe politica verso un percorso istituzionale ed intelligente, che non escluda un terzo del popolo francese.

La perversione italiana

Oggi Enrico Berlinguer viene fatto santo. Massimo rispetto per la figura. Un leader di un tempo passato, che veniva stimato dai suoi stessi avversari, in primis Giorgio Almirante. Ma al tempo si parlava della follia di escludere un partito che comunque era alleato di Mosca, e che avrebbe rappresentato il rischio non solo di un cambiamento di governo, ma di un allineamento dell’Italia ai paesi del Patto di Varsavia. E non ripariamoci sotto la battuta, fatta dallo stesso Berlinguer per tranquillizzare certa parte della borghesia, della sua maggiore tranquillità sotto l’ombrello protettivo della NATO.

Ancora per i funerali di Andropov, è spiegato chiaramente nel libro di Massimo D’Alema Ultima volta a Mosca, il Partito Comunista Italiano  manteneva intatti i propri legami con Mosca.

Quindi sarebbe stato accettabile in piena guerra fredda, per la perversa mentalità di una parte dei nostri intellettuali,  non escludere un terzo degli italiani dalla vita istituzionale, ma non sarebbe altrettanto accettabile oggi includere un terzo dei Francesi.

La destra deve avere il coraggio di abbattere i limiti di quel muro al quale si la condannando il politicamente corretto.

In Francia è un dovere per gli eredi di De Gaulle creare le condizioni, per un grande Polo alternativo all’anacronismo di un presidente come Macron.

 

Leggi anche: La piazza del PD

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version