La dignità del lavoro: si lavora per vivere non si vive per lavorare

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Quota 100 nel lavoro non è una misura assistenziale alla stregua del reddito di cittadinanza, erogato anche laddove non si corrisponde alcun servizio per la comunità. Erogato sempre e comunque senza discriminanti. Tanto da far credere ai fruitori che la sistemazione sia stata trovata con esso, invece di far comprendere che questo dovrebbe essere una misura temporanea finalizzata ad un reinserimento nel mondo del lavoro.

Quota 100 è una misura soprattutto morale. Poiché gli esseri umani non solo macchine da utilizzare per produrre fin quando non si rompono ed è troppo costoso ripararle. L’uomo è obbligato al lavoro a meno che non disponga di proprietà importanti che gli consentano di vivere di rendita.

Il lavoro da una senso. Una prospettiva una dignità alla vita dell’uomo. Ma l’uomo non può essere usato nella sua vita solo ed esclusivamente per lavorare.

Godere dei frutti del proprio lavoro

Quota 100 è una misura che consente alle persone di godere il frutto di una vita di lavoro.
Non bisogna far arrivare le persone alla pensione quando non possono più godere di quello che hanno maturato in tutta la vita.

Non sempre si deve rispondere alle esigenze del mercato non tenendo in considerazione un criterio di giustizia ed equità di fondo.

Il progresso dovrebbe portare dei miglioramenti sostanziali alla vita degli esseri umani. La presenza di persone anziane sul mondo del lavoro aggrava non solo i costi per le aziende, ma deprime la stessa produttività di gente che ha raggiunto i massimi orizzonti di carriera e non ha più stimoli.

Inoltre diviene sempre un tappo per le nuove generazioni che hanno difficoltà ad immettersi in un mercato dal quale si esce dopo oltre quattro decenni.

Il problema alla base è sempre demografico. Un popolo che non fa più figli si ritrova ad avere gravi difficoltà nel pagamento delle pensioni. Che rischiano di diventare superiori alla popolazione in età lavorativa.

Le soluzioni che sembrano ovvie e magari scomode a volte sono le più semplici: l’Italia dovrebbe incentivare la natalità, le giovani coppie che vogliono fare figli.

Sarà meglio puntare sul futuro di un popolo che alzare continuamente l’età pensionabile. Fin quando non sarà più possibile farlo per ragioni evidentemente pratiche.

La soluzione non è far morire di vecchiaia la gente sul posto di lavoro. La soluzione è guardare al futuro, alla prossima generazione come dovrebbe fare un politico.

Costruire un futuro, non bloccare la vita della gente in un mercato che spesso ha più bisogno di loro.

 

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