La dottrina Truman. La Guerra Fredda

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Il 12 marzo 1947 Harry Spencer Truman, democratico, trentatreesimo presidente degli Stati Uniti, si presentava al Congresso. Truman era stato vicepresidente nel 1944 e successore nel 1945  alla morte di F. Delano Roosevelt subito dopo il trattato di Jalta.

Il Presidente prese spunto dal pericolo per la Grecia e la Turchia, minacciate dall’espansionismo sovietico. Truman davanti al parlamento in seduta comune, annuncia e definisce la politica di contenimento dell’espansione del comunismo, la “dottrina Truman”. Per assicurare il sostegno degli USA a tutti i paesi minacciati dal comunismo.

Era anche l’avvio dell’European Recovery Program (ERP, Piano Marshall dal nome del Segretario di Stato George Marshall) e della NATO.

400 milioni di dollari a Grecia e Turchia

Truman ottenne dal Congresso di devolvere 400 milioni di Dollari a Grecia e Turchia. Ottenne anche l’estensione dei suoi poteri a difesa delle democrazie minacciate dai totalitarismi. Il contrasto all’Unione Sovietica era il fulcro della politica di Truman ma nel discorso non la nominò mai.

Iniziava la guerra fredda che durò per cinquanta anni fino al 31 dicembre 1991 quando la bandiera rossa fu ammainata per sempre dal Cremlino. Fondamentale e per qualche osservatore preponderante sulla dottrina stessa fu la sua declinazione economica; il piano Marshall.

Gli aiuti dell’ERP facevano gola a tutti e vennero offerti a tutti, anche all’URSS. Di fatto però furono accettati solo dai paesi fuori dell’orbita russa, dividendo in due l’Europa e forse anche il mondo.

In quel periodo Palmiro Togliatti era un influente componente del Cominform. Per questo a Mosca i Bolscevichi espressero grande disappunto all’ingresso italiano nel Piano. John Lewis Gaddis, storico della guerra fredda afferma in quel periodo: ”Gli Stati Uniti si comprano un impero. L’URSS non avendone la possibilità impone un suo impero con la forza delle armi e dei servizi segreti”.

Sopra ogni discorso, tecnicamente, il piano Marshall fu la rivincita ma anche l’apoteosi delle teorie Keinesiane, la dimostrazione di una tesi senza spazio per un’antitesi. I principi poi applicati nel piano Marshall furono illustrati da Keines durante i negoziati di Bretton Woods presupponendo un approccio macroeconomico alla ricostruzione post bellica. Gli fu preferito il piano White. Keines ebbe soddisfazione col piano Marshall ma non ne ebbe la paternità.

Il circolo virtuoso del piano Marshall

Le ingenti risorse economiche pompate nel tessuto industriale europeo diedero il via ad un circolo virtuoso. Creando miracolo economico e di benessere diffuso senza precedenti durato per trent’anni. Contro le riparazioni imposte alla fine della Grande Guerra alla Germania e che furono il presupposto della Seconda Guerra Mondiale.

Al netto di ogni retorica atlantista, gli aiuti dell’ERP furono fondamentali per la rinascita dell’Europa occidentale. Ma altrettanto attraverso le clausole sul controllo della spesa imposte negli accordi bilaterali furono un incredibile volano anche per l’economia americana.

Di fatto il denaro a americano fu donato o prestato agli europei per comprare beni e servizi in America al prezzo imposto dagli americani. La sete di beni, servizi e investimenti degli europei veniva placata con il surplus produttivo americano, attraverso una montagna di dollari stampati dalla Federal Reserve.

Dopo settantacinque anni, in Ucraina,  i dollari americani sono sempre a confrontarsi con i carri armati russi. Vedremo come va a finire.

 

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