La famiglia
Chiamati a riunirsi in Congresso a Firenze, i delegati leghisti si sono sentiti dire dal loro Segretario Matteo Salvini: «Questo non è un Congresso di partito, la Lega non è un partito, è una famiglia». Immagino lo sconcerto dei presenti.
Ma va detto che tanti elettori e iscritti si erano già accorti che la Lega non era un partito politico. Chiedendosi semmai a cosa potesse assomigliare
Salvini lo ha chiarito “ex cathedra”: la Lega è una famiglia. Già, ma che tipo di famiglia: aperta, allargata, tradizionale? Probabilmente, e per rispetto di Pillon, direi tradizionale. E in una famiglia tradizionale chi comanda?
Il Capo famiglia. Che nella fattispecie è Matteo Salvini, il non-segretario del non-partito, passato col tempo dalla qualifica di Capitano a quella di Capofamiglia
Spinto forse dall’età a riscoprire il calore del focolare domestico. Epperò il Capofamiglia ha il vantaggio di non dover essere eletto da un Congresso; né si è mai visto un Congresso di Famiglia. Anche se con Salvini c’è da aspettarsi dí tutto. D’altronde lui è così, come dire, naturale: un simpatico “gaffeur”.
La Lega ha il merito di sostenere cose giuste e di avere posizioni programmatiche interessanti, ma, chissà perché, dette da Salvini sembrano un’altra roba. In ogni caso Salvini ha fatto bene a rivelare, qui a Firenze, che la Lega è diventata in realtà una famiglia
Se fosse andato a Palermo o a Reggio Calabria a dire che la Lega non è un partito bensì una famiglia, la cosa avrebbe acquisito ben altro significato e suscitato ben altro interesse…
Perché, si sa, c’è famiglia e famiglia; e guai a confonderle
Senza contare poi che in ogni famiglia ci sono pure i parenti serpenti, che di solito insidiano il Capofamiglia. Carlo Casini
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