La famiglia mononucleare. Ma che vuol dire? Spiegano seri sociologi, economisti, statistici e antropologi che sta per famiglia con un solo elemento. Ma siete scemi? La famiglia-tipo era di almeno quattro elementi, poi fu coppia, ora uno solo. È come dire: i quattro moschettieri erano tre ma ne ricordo solo due: d’Artagnan… Oppure c’è la famiglia tiraemolla per tutti i gusti: allargata, allungata, trasversale, incrociata, infrociata, a pallini, ecc. Due persone insieme sono famiglia, anche se ci stanno per un solo giorno o di un solo sesso. Un uomo e un cane sono una famiglia? Ma certo, se è già famiglia quella composta da un single. Un tempo si chiamavano scapoli, nubili, celibi, zitelle, vacantine, ora fanno famiglia da soli. Io che sono misantropo faccio comitiva da solo?
Nella città-guida d’Europa – la città-fuhrer – Berlino, le famiglie mononucleari hanno superato quelle tradizionali e le unioni d’ogni tipo. Dall’unione all’unità, dalla razza al singolo. Il razzismo è oggi impossibile perché ognuno fa razza a sé. L’individualismo dei romantici degrada a epidemia di massa. Anche noi però non scherziamo, un terzo d’italiani vive in una famiglia a una piazza. Le metropoli, diceva preveggente Montale mezzo secolo fa, sono affollate da milioni di eremiti. La famiglia mononucleare evoca la mononucleosi, la malattia del bacio: il guaio è che baciamo troppo noi stessi e ci contagiamo il morbo. Se ci adorassimo meno, e comunque non sopra ogni cosa. Insopportabile alle volte, soffocante in certi casi, ma com’era bella, calorosa e vociante, la famiglia che conoscemmo nella nostra preistoria personale…