La fase liquida, gli statisti e i patrioti
La ‘fase liquida’ in politica è quella dove le relazioni si compongono e si scompongono rapidamente e si inverano i cambiamenti destinati poi a ristrutturare un contesto di nuovi equilibri.
Questi sono i periodi che favoriscono le mutazioni
Oggi viviamo a livello planetario una fase liquida, per non dire gassosa, in cui i rivolgimenti, i cambi di posizione,
sconquassano le stabilità acquisite.
In Ue c’è caos totale, in Italia mezza maggioranza è insieme a mezza minoranza pro Putin e le altre due metà per Trump.
Sarebbe il momento di avvalersi dei varchi e delle crepe e accedere per ridisegnare percorsi virtuosi
Il cambio delle geopolitiche mondiali, richiede una rilettura di regole e rapporti.
Il richiamo all’Europa di far da sè, le offese e il disprezzo ruvido dei potenti del mondo rendono impellente la necessità di responsabilizzazione delle strutture e di nuovi percorsi dove non tengano il bandolo classi funzionariali, banche e finanza, ma la politica sottratta a queste influenze che lavori senza riserve pro cives e pro patria domestica e europea.
Le recenti elezioni tedesche ( 84% al voto), hanno evidenziato la possibilità che la politica possa riassumere il suo ruolo
È questione di proposte, volontà e strategie.
Per meglio dire sarebbe il momento di rifarsi daccapo, dando esecuzione al disegno europeista di Altiero Spinelli unanimemente richiamato,quanto con altrettanta unanimità contraddetto e disatteso.
Un tema da mettere senza indugi sul tavolo del Consiglio d’Europa (consesso che riunisce i premier dei paesi UE) sarebbe un percorso di unità politica di stampo confederale che con una giusta temporizzazione assorbisse le competenze e eliminasse le funzioni inutili e burocratiche dell’ Ue
Su questa base andrebbe predisposto uno dei patti di confederazione per la formazione di un esercito europeo da alleare con quello britannico che farebbe degli stati europei una potenza nucleare.
La conseguenza sarebbe il ritiro dalla Nato, patto relativo alla difesa nordatlantica ( USA e Canada) che fa dei paesi europei il Fort Sumpter degli unionisti 1860, trasposto nel XXI secolo.
In politica economica e finanziaria poichè sono cambiati i parametri di sviluppo e soprattutto la Germania è in recessione e con essa tutta l’area euro, è indispensabile una forte ristrutturazione degli algoritmi di comportamento.
Va cassato il metro del PIL per la misurazione della crescita, strumento utile alla speculazione, ma bugiardo e dannoso per l’economia reale e i cittadini.
Va eliminata l’incidenza dell’immotivato parametro del 3% e liberato il debito pubblico almeno fino alla concorrenza del montante del risparmio privato
Tutto questo è vitale per tutti ma soprattutto per l’Italia.
Vanno conteggiati e valutati i parametri dell’economia reale e non di quella virtuale, i bilanci consuntivi e non preventivi, la spesa e i ricavi correnti e non quelli teorici e previsionali.
Come doveroso è liberare il sistema dei vincoli gravosi e inutili che l’hanno reso una specie di mummia da utilizzare non per la ricchezza diffusa ma per scatenare le speculazioni e le ricchezze apicali.
Siccome è tornato indispensabile che la circolazione interna e l’euro abbiano respiro è doveroso impedire il più possibile che il debito pubblico abbia sostegni esterni e in moneta concorrente, favorendo in ogni modo l’impiego del risparmio interno a copertura del debito e l’ uso dell’euro nelle negoziazioni di patti e trattati economici internazionali
Infine costruire con i paesi europei in Ue un nuovo patto di sviluppo e crescita (il patto di stabilità va rinominato).
Questi pronunciamenti dovrebbero essere accompagnati da azioni conseguenti immediati in ispecie in punto di debito e risorse.
Chi opera sa bene che la pressione di accise, tasse, imposte gravami sui prodotti energetici nasce da esigenze di bilancio virtuale ma non effettivo.
Perchè liberarsi di accise e gravami ( come è giusto e come promesso) provocherebbe un balzo in avanti dell’economia e entrate ben maggiori di quelle previste e teoriche
Così come liberare i redditi di sopravvivenza da ogni imposta ( crescita consumi primari).
Ripartire subito e in questo modo, sarebbe da veri statisti e da veri patrioti.
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