Patrisse Cullors, la cofondatrice del Black Lives Matter, s’è dimessa ieri pomeriggio. Lascia il movimento, dopo otto anni, per dedicarsi alla promozione del suo secondo libro, An Abolitionist’s Handbook. Così ha dichiarato nel suo roboante commiato da presidente del movimento che più ha fatto parlare il mondo intero nell’ultimo anno.
Il villone milionario
A costringerla all’addio, sebbene continui a negare provando a liquidare le accuse come “tentativi di screditarla della destra”, è lo scandalo che la insegue da settimane. L’inchiesta del New York Post ha scoperchiato il vaso di Pandora. Spulciando le finanze di una delle marxiste più famose al mondo, la stampa Usa ha scoperto l’ultima compravendita conclusa dalla 37enne: una bella villetta a Malibù, 1,4 milioni di dollari. L’immobile diventa il quarto in possesso di quella che è semplicemente presidente di una fondazione che per la stampa internazionale è “no profit”. Ma c’è anche il ranch personalizzato in Georgia.
Da giorni negli States non si parla d’altro e un esercito di sospetti l’ha inseguita per settimane fino alle dimissioni. “Il patrimonio immenso del movimento è stato utilizzato per la sua passione per il mattone?”; “Ma non era una comunista?”; “E le iniziative contro il capitalismo a livello mondiale?”.
La censura di Facebook
Secondo quanto riporta la BBC, Facebook ha vietato agli utenti di condividere la notizia del New York Post e un giornalista di colore ha denunciato di esseri trovato l’account Twitter bloccato per un po’ dopo aver pubblicato l’articolo. Se non si può parlare né scrivere troppo dell’ultimo acquisto milionario. La base del movimento ha avviato un’indagine interna per accertare se la Cullors abbia o meno utilizzato i fondi del BLM. La Black Lives Matter Foundation, che è stata costretta a dichiarare di non aver impegnato alcuna risorsa per l’acquisto di proprietà personali per dipendenti o volontari, ha chiuso il 2020 con un saldo di oltre 90 milioni di dollari. E che alla co-fondatrice dal 2013 al 2019 sono stati bonificati solo 120mila dollari. Quel che è accaduto dopo che il movimento è esploso davvero in tutto il mondo, dal 2020 in poi, non è dato sapersi.
Solo pochi giorni fa i genitori di Michael Brown e Breonna Taylor – due afroamericani la cui morte per mano di agenti di polizia bianchi è stata spesso citata da Black Lives Matter – si sono lamentati che l’organizzazione non aveva fatto nulla per aiutarli anche economicamente.
L’abbuffata immobiliare di BLM
Immediatamente dopo la diffusione della notizia di quella che la stampa statunitense ha definito “la sua abbuffata immobiliare”, la Cullors, in un post su Instagram, ha ringraziato. Secondo l’attivista, infatti, ogni volta che un uomo o una donna di colore acquistano una casa c’è clamore perché si interrompe la supremazia bianca. Pur non essendo troppo chiaro il suo concetto, poco spazio alle intercettazioni lo lasciano altre sue dichiarazioni molto più famose. «In realtà, noi abbiamo una struttura ideologica. Alicia Garza e io, in particolare, siamo degli organizzatori qualificati. Siamo marxisti indottrinati. Abbiamo una profonda conoscenza delle teorie ideologiche», diceva Patrisse Cullors solo nel luglio 2015. È per questo che la Cullors continua a sostenere che la polemica sulle sue proprietà – il cui valore non ha smentito – sono soltanto “attacchi di destra”. Per aggiungere anche che gli organizzatori di questi movimenti “dovrebbero essere pagati per il duro lavoro che svolgono”.
Ma è dal giorno dopo le elezioni presidenziali, che la base del BLM, fa domande su come il movimento utilizzi i fondi che loro hanno contribuito a raccogliere. Lo scandalo del New York Post ha intensificato le pressioni, ed è stata aperta un’indagine indipendente sulle finanze del movimento. Impossibile liquidare la faccenda con “tanto rumore per nulla”.
Ma non era comunista?
Il Black Lives Matter viene venduto come un movimento che combatte il razzismo e le ingiustizie. Sono i suoi stessi fondatori e discepoli a raccontarne l’anima marxista che sogna di trasformare gli Stati Uniti e il mondo intero in una distopia comunista. Tra i loro mentori ed educatori ci sono ex membri del Weather Underground, gruppo terroristico comunista che, negli anni ’60 e ’70, tra attentati e rivolte, provò a portare la falce e il martello negli USA al grido di «Siamo un’organizzazione di guerriglia. Siamo comunisti, clandestini negli Usa». La Cullors è stata educata da uno di loro. E tanti ex, oggi, sono eminenze grigie del movimento BLM.
I segreti dell’associazione nera
Il BLM non ha mai vantato una delle verginità più in voga oggi, quella appunto del fiscalmente corretto. Non è registrato come organizzazione no-profit. Raccoglie milioni di dollari in donazioni, ma le finanze sono poco limpide. Le donazioni vengono raccolte da ActBlue, la nota piattaforma di raccolta fondi legata al Partito Democratico e alle cause più disparate della sinistra-sinistra: dalla campagna presidenziale di Sanders alle associazioni transgender fino a Biden. In effetti, i leader del BLM hanno confermato che l’ossessione fondamentale è quella di rimuovere Trump.
Il M4BL, che sostiene «leader giovani, neri, queer, trans, femministe, clandestini», ha come sponsor fiscale l’Alliance for Global Justice, un «gruppo anticapitalista» a sua volta finanziato dalla Tides Foundation, la Arca Foundation e ovviamente dalla Open Society Foundations. E trasferisce denaro a più di due dozzine di organizzazioni, tra cui LGBTQ Black Immigrant Justice Project e The Undocumented and Black Convening.
Dal razzismo alla famiglia arcobaleno
In un’intervista a Hollywood Reporter, a giungo, la Cullors spiegava che lei non è solo un’attivista, ma un’abolizionista dei nostri giorni. Sogna l’abolizione della famiglia naturale, della polizia, delle prigioni e del capitalismo. Faranno eccezione le sue proprietà. Black Lives Matter, con la Cullors in testa, hanno sempre chiesto una moratoria su affitti, mutui e bollette. E dal primo giorno hanno minacciato di “distruggere il sistema”. Stanno anche addestrando delle milizie, sulla falsariga del movimento militante delle Black Panthers, le Pantere Nere, degli anni Sessanta.
BLM identifica il capitalismo con il razzismo nello stesso modo in cui i cugini Antifa equiparano il capitalismo al fascismo. Le idee di BLM sul capitalismo si basano sul concetto di “capitalismo razziale”, un termine coniato da Cedric Robinson, che tentò di dimostrare che capitalismo e razzismo sono due facce della stessa medaglia: entrambi, secondo Robinson, dipendono dalla schiavitù, dalla violenza, dall’imperialismo.
Lo studio accademico intitolato The ‘Queering’ of Black Lives Matter, ha descritto in modo molto dettagliato come le questioni relative all’identità sessuale e all’orientamento di genere abbiano la priorità sull’attenzione originaria rivolta da BLM alla brutalità della polizia e all’odio anticapitalista. Un’enfasi cha ha portato a definire i BLM “un movimento gay che si maschera da movimento nero”.
La Cullors, sposata con Janaya Khan, bandiera del mondo queer, detesta la normale idea di famiglia perché per sua natura sostiene il sistema capitalista. Ha una passione smodata per il mondo esoterico e la magia nera. Prima delle elezioni presidenziali ha tenuto diversi riti per evocare gli spiriti contro Trump. Ma soprattutto nella speranza di resuscitare gli spiriti delle vittime della brutalità della polizia, ha organizzato sedute spiritiche pubbliche in cui bruciava fogli di carta con su le parole “polizia” e “razzismo bianco”.
L’odio dichiarato verso Israele
Fonte Lorenza Formicola – nicolaporro.it
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