Ma chi sono i più odiati in Italia? Da un sondaggio primitivo ma efficace risultano nell’ordine: i politici, i banchieri e i magistrati. Al quarto potere, cioè ai media, tocca appunto il quarto posto. A ridosso cresce una forma mista di odio e sfiducia nei confronti di medici, insegnanti, vigili e idraulici. Nella hate parade (la parata dell’odio), non figurano le categorie adibite all’odio come i malviventi, i ricchi e gli esattori. Ma i primi lo sono per vocazione, i secondi per condizione, i terzi per professione e non per il modo con cui esercitano il loro potere.
Viceversa, chi sono i più amati, a parte le categorie obbligate (i malati, gli svantaggiati, i santi, i donatori)? Dicono che resistono tra i più amati i carabinieri, e loro affini, poi i contadini, ma tra i cittadini che li adottano a distanza, i pastori e i pescatori. Viceversa sono odiati quelli che vendono i loro prodotti, come i salumieri, i fruttivendoli e i pescivendoli. Non parliamo poi dei grossisti e dei distributori, antipatici a una larga platea che li considera un po’ sanguisughe.
I preti e le suore sono in una black list a parte, ma loro dicono che è nera per via delle tonache. Le prostitute non figurano in nessuna delle due liste, vengono considerate assolutamente standard, come gli impiegati e gli operai. Fanno simpatia gli architetti fino a che non si occupano di casa vostra, un po’ meno gli ingegneri e meno ancora i commercialisti, ma per la crudeltà della materia di cui trattano. Comunque, il vantaggio della democrazia è che si odia indiscriminatamente, senza odiose preferenze.