La Guerra delle panchine al Municipio 2 di Roma

Fazioni avverse si arrogano il diritto di ricolorare gli arredi urbani, ma solo chi le ha dipinte con il tricolore viene accusato

Panchine

Al Municipio 2 di Roma i cittadini ricolorano le panchine. Arbitrariamente.

Con i colori arcobaleno LGBT+ dapprima e poi con il tricolore.

Tra i due gruppi, indovinate quello che è stato stigmatizzato per atti di danneggiamento dell’arredo urbano e omofobia.

Bravi avere indovinato. Perché la bandiera non si tocca. Quella arcobaleno ovviamente.

Del tricolore chi se ne importa, almeno a sinistra.

I fatti

A Roma, le panchine sono diventate arcobaleno in piazza Gimma, nel Municipio 2, e sono state poiridipinte coi colori della bandiera italiana.

Ma da quanto pare né la prima verniciatura né la seconda erano state disposte dal Municipio.

Un gesto, il secondo, che ha indignato comunque la comunità LGBT+, che come sempre l’ha presa sul piano personale.

Non si tratta soltanto di Roma e non riguarda soltanto una piazza o delle semplici panchine – ha dichiarato Domenico Di Cesare, presidente di Arcigay Rieti – ma proprio dell’Italia intera, una nazione che si riconosce nel tricolore, quel verde, bianco e rosso con il quale gli ‘eroi’ anonimi di questo vile gesto, hanno voluto cancellare i sei colori della bandiera della comunità LGBT+.

Un gesto che dimostrerebbe, secondo Di Cesare “quanta strada ci sia da fare in Italia sul tema dell’omotransfobia.”

Invece dimostra esattamente il contrario, cioè la ritenuta superiorità alle regole di una parte della sinistra e della comunità LGBT, anche quando si tratta della bandiera, la cui sacralità, ricordiamolo, è sancita nella Costituzione. Già proprio quella, la più bella del mondo, citata spesso a sproposito e straziato nel merito.

Nessuna delibera sulle verniciature, un’iniziativa dei giovani del PD

Ma Di Cesare tace sul fatto che, a quanto sembra, in consiglio municipale, è stato approvato sì un documento da parte della maggioranza di centrosinistra che governa il II Municipio, che chiedeva la riverniciatura di alcune bandiere del Municipio, con alcuni colori della bandiera LGBTQ.

Questo per sensibilizzare i cittadini sulle tematiche dell’identità di genere.

Ma nessuna delibera di riverniciatura era stata approvata, nessun bando, né capitolato dei lavori, niente di niente.

La settimana dopo, un gruppo di ragazzi della giovanile del PD, ha riverniciato, di propria iniziativa, le panchine di piazza Gimma che stanno sotto il Municipio con i suddetti colori. Il tutto avvallato dalla Presidente del Municipio che li ha ringraziati.

Il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio ha dichiarato subito la contrarietà, perché le panchine, essendo un bene pubblico e quindi appartenente a tutti i cittadini, non devono essere strumentalizzate per finalità propagandistiche da parte di un partito politico che si è appropriato indebitamente di questi arredi urbani.

Essendo le panchine del Comune di Roma, pare scontato che qualsiasi azione volta alla loro gestione deve passare per gli uffici tecnici competenti. Un cittadino non può imporre in modo arbitrario questi arredi urbani. Almeno se non di sinistra, beninteso.

Ma il tricolore no

Qualche giorno dopo, un altro gruppo di giovani, ha ridipinto le panchine con i colori del tricolore.

Ovviamente sono stati fermati, riconosciuti dalle forze dell’ordine e denunciati dalla presidente del Municipio.

Caso strano, gli è  stato contestato che gli arredi sono di proprietà pubblica, che non vi sarebbe una delibera a monte, che i colori potrebbero non essere adeguati.

Tutte giuste osservazioni, però ai primi imbrattatori non contestate.

Anzi avevano raccolto il plauso dei consiglieri, perché la sacra bandiera arcobaleno non si tocca, il tricolore invece..

 

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