La Harris è una tipica fregatura radical chic
Come vicepresidente è stata abbastanza anonima. Scelta dal moderato Biden, per conquistare tutta la base movimentista, ha dimostrato ben scarse qualità di amministratore sull’unico dossier di rilievo affidatole, quello dell’immigrazione clandestina.
Ci vuole l’onestà intellettuale di Federico Rampini per ammettere che se vi fossero state delle primarie normali,lei difficilmente sarebbe stata scelta.
Kamala non è il sogno americano
Il vice scelto da Donald Trump,James David Vance, un quarantenne proveniente da una famiglia povera con tanti disagi sociali, che si è pagato il college entrando nei marines e scalando ogni posizione per merito ed impegno, corrisponde al sogno americano .
Un presidente come Ronald Reagan, nato in una famiglia poverissima, che conquista l’America con una piccola borsa di studio per il football, facendo il lavapiatti per avere la mensa gratis al college, dove si è mantenuto da solo; è il sogno americano.
Commentatore radiofonico, attore, sindacatista, governatore e presidente degli Stati Uniti.
Kamala non è la povera figlia di immigrati che fa una scalata sociale. Lei è nata ricca e privilegiata. I genitori erano sì immigrati. Ma erano degli immigrati d’élite.
Il padre un autorevole economista di origine giamaicana. La madre un docente universitario di origine indiana. In India faceva parte della casta dei bramini. La più importante nel complesso sistema delle caste. L’élite sociale di quel paese.
Non si può dire che Kamala Harris sia l’emarginata donna di colore del Bronx che ha difficoltà a pagarsi gli studi.
Ed infatti ottiene tanto dall’America, ma non la ama
È convenuto per la sua carriera politica far finta di essere una persona tenuta fuori, un prodotto di minoranza e oppresse. Mentre invece le sono state sempre aperte sin dalla nascita tutte le porte. Non ha dovuto fare due lavori o vincere borse di studio per potersi permettere di frequentare università prestigiose.
La sua opportunistica adesione alle tesi della sinistra radicale, che dipingono l’America come la patria del razzismo, dove le opportunità sono solo apparenti, la allontana dal sentire comune degli americani.
Barack Obama, che condivideva le origini privilegiate con Kamala, ha sempre parlato dell’America come di una grande terra di opportunità. È entrato in sintonia col sentire comune di tanti americani, proprio perché ha riconosciuto i meriti di quel paese che gli offriva l’opportunità di servirlo come presidente.
Invece Kamala continua a portare avanti tutto quello che ha indebolito l’America.
Tutto quello che è il peggio del Partito Democratico americano. Una mentalità che stai infettando la sinistra di tutto il mondo. Con una colpevolizzazione sistematica dell’Occidente.
Con la perenne messa in discussione dei grandi valori delle democrazie liberali, che rafforza solo ed esclusivamente le autocrazie.
Quella miope visione ideologizzata che rinnega il grande melting pot statunitense, fuso nella condivisione di una storia, di una cultura e dei valori nazionali comuni; per trasformare l’America in una terra abitata da una galassia di minoranza quotidianamente in conflitto fra loro.
Kamala rappresenta il peggio dell’ideologia radicale di sinistra
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