La lotta all’analfabetismo visuale e l’educazione alla Bellezza. Il tema ignorato dalla politica.
Tanti parlano da anni di ‘analfabetismo funzionale’. Sicuramente è un problema, e lo sappiamo. Tuttavia poco si dibatte su un altro tema fondamentale, situato alla radice di molte delle mostruosità che dilaniano la nostra quotidianità. Nello specifico: in troppi non hanno più un codice visivo di riferimento (o non lo hanno mai avuto). Questo è uno degli effetti più inquietanti della nostra modernità.
UN PROBLEMA DIFFUSO E PREOCCUPANTE
Un palazzo esteticamente brutto, un insediamento edilizio che compromette un paesaggio, oppure il piano di un’abitazione incompleto, per tante persone non è un disagio. Anzi, è in linea con il loro modo di vedere le cose. Sono cresciuti con questo modello o nessuno li ha educati a distinguere quello che è decoroso da ciò che non lo è. E’ una deriva culturale che ovviamente colpisce di più quanti, senza averne colpa, hanno passato anni della loro vita in contesti in cui la bellezza è ai margini e non educa lo sguardo.
Si chiama ‘analfabetismo visuale’.
ALLA BASE DEL DECLINO
Dietro la devastazione dei quartieri, delle coste, dei territori e dei paesaggi esiste un problema che non è solo sociologico o politico (perché è la politica di ogni colore che permette gli scempi), ma una questione che va ben oltre.
La velocità che si è imposta in questo tempo non ti dà più la possibilità di fermarti sul bello, su ciò che ci arricchisce di più. E’ tutto figlio di una cattiva politica che di queste cose che non parla mai (molti analfabeti visuali – e ahinoi anche funzionali – campeggiano purtroppo nelle aule consiliari di tutta Italia).
Se non abbiamo senso del passato (e persino del presente), non lo possiamo neanche conservare. Se i giovani o gli adulti non vengono stimolati a scoprire la Bellezza (anche partendo dal rispetto della città in cui abitano), vedranno sempre le cose senza capirle e di conseguenza tenderanno a sottovalutarle, a vederle come un souvenir, un fatto marginale, persino vecchio o inutile. Allora a quel punto può capitare che qualcuno passi, ad esempio, e spezzi un dito ad una statua, butti dell’immondizia vicino ad un monumento o in un parco, lasci deperire un’antica fontana, un luogo ricco di storia, sgretolare un palazzo di pregio, ad essere – in sintesi – indifferenti al degrado.
Anche questo tema dovrebbe far parte del dibattito per le prossime elezioni, ma non lo troverete.
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