A Firenze e forse in qualche altra città a governo rosso (pare Bologna e Milano) la nuova religione è rappresentata dall’odio per gli automobilisti. Con adepti ancor peggiori dei sacerdoti. La nuova religione è ben rappresentata dagli impraticabili 30 km orari imposti in città.
Un radicalismo green imposto alla collettività da pochi, indifferenti alle reali necessità dei cittadini ma molto attenti alla gran-cassa delle multe che ne derivano. Un radicalismo green che non incide sulla tutela dell’ambiente e certo non impedisce a ubriachi o delinquenti di girare in auto a velocità folli.
Tra mille cantieri, tramvie lente, antiestetiche, rumorose e vecchie, traffico congestionato ad ogni ora, strade piccole e quartieri snaturati che somigliano sempre più a una Berlino est anni ‘70, peri brutti cinesi al posto dei pini italiani, a Firenze il vero obiettivo pare essere quello di impedire l’uso della proprietà privata dell’auto.
Il diritto di muoversi in autonomia, di andare dove si vuole, con i mezzi di nostra proprietà, agli orari che ci pare, si scontra con la religione delle piste ciclabili, semi deserte e che ingolfano la città.
Una scuola di pensiero molto sinistro, che come è nella sua natura, impone le proprie regole e limita la libertà individuale, massacra economicamente l’individuo, senza contrapporre alcun beneficio collettivo.
Un diversivo e mangime per chi si accontenta e non gode rispetto ai reali problemi della città?