La pace è vitale. Vitale perché solo attraverso la pace si può sperare, di fermare il bagno di sangue in Ucraina. Vitale perché solo attraverso la pace, si può sperare in un ritorno della prosperità.
Solo attraverso di essa si può scongiurare il peggio.
I cinesi
I cinesi non staranno a guardare. La Russia non perderà, perché avrà anche l’appoggio cinese. È logico, poiché sicuramente i cinesi non hanno vantaggio ad avere una Russia troppo forte, ma certamente non avrebbero vantaggio ad avere una Russia al collasso e l’Occidente ai loro confini.
Il segretario di stato americano, praticamente corrispettivo del nostro ministro degli esteri, Anthony Blinken ha cercato di scoraggiare la Cina, avvertendo che ci sarebbero: “implicazioni e delle conseguenze se la Cina fornisse supporto materiale alla Russia o aiuto nell’aggirare le sanzioni”.
Ma è chiaro che non può portare avanti una politica di scontro troppo netta, con il gigante cinese mentre si contrappone anche all’orso russo.
Sulla soglia dell’abisso
C’è una contrapposizione inquietante tra potenze nucleari. E non dobbiamo mai dimenticare il rischio che, questa possa degenerare in qualcosa di irreparabile.
Al fine di evitare il disastro, è necessario per forza di cose, trovare un accordo. Poiché tutte le più grandi disgrazie del genere umano, si sono andate a verificare quando purtroppo si è pensato che non fosse possibile che si verificassero.
Se si facesse un errore di calcolo, al tempo delle armi atomiche, sarebbe probabilmente l’ultimo errore di calcolo dell’umanità. Non ci sarebbe un dopo di cui il genere umano dovrebbe preoccuparsi. Perché come cantavano i Nomadi, a quel punto: “Noi non ci saremmo “.
Ma questo, per quanto sprovveduti, i potenti della terra comunque lo sanno.
Prevalga la trattativa
Forse l’Occidente può ottenere, delle condizioni tutto sommato buone. Con uno scenario simile a quello coreano. Un cessate il fuoco permanente, pur in assenza di una pace formale che mantenga una condizione di, per quanto precario, sostanziale equilibrio.
Altrimenti si rischia un’altra disfatta come Saigon o Kabul, con un altro colpo al prestigio dell’occidente ed ad una presidenza come quella di Biden già estremamente precaria.
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