La politica estera è sicuramente importantissima per ogni paese. Uno stato che non ha una politica estera non è praticamente uno stato sovrano.
Noi da troppo tempo non abbiamo una politica estera degna di questo nome. E non si dica che ciò dipende dal fatto che siamo un paese che ha perso la guerra. Questo è ridicolo.
L’Italia repubblicana ha avuto una sua politica estera per molto tempo. Nel rispetto della scelta atlantica, nel rispetto delle nostre alleanze, della nostra collocazione del mondo occidentale. Ma abbiamo avuto una politica estera di tutto rispetto.
Abbiamo saputo intrattenere rapporti col Medio Oriente, con la Russia, con gli alleati, con la Cina. E molto spesso siamo stati anche audaci. Non bisogna per forza arrivare alla crisi di Sigonella. Basterebbe guardare al fatto che grossa parte della politica energetica spregiudicata, la si deve ad un uomo come Enrico Mattei, che ha saputo fondare un’azienda di Stato capace che ha fatto scelte fortissime per un paese che di certo non era una grande potenza, ma sicuramente sapeva farsi valere. Anche un difficile contesto di cornice come la guerra fredda.
Oggi siamo davanti ad una situazione particolare.
L’occidente non è più il mondo
E mentre noi continuiamo a batterci il petto parlando di nostre presunte colpe per il colonialismo, di cui in fondo l’Italia ebbe una colpa estremamente marginale, il resto del mondo non vede l’ora di farci capire che siamo tramontati.
Quando qualcuno si è permesso dire al primo ministro pakistano che avrebbe dovuto condannare la Russia, lui molto orgogliosamente ha risposto: non siamo più una Colonia.
L’India è molto titubante. Ma ce ne stupiamo? Due ottavi del mondo erano parte dell’Impero britannico. L’India era un grande impero prima dell’arrivo degli inglesi. Certo non vogliono mica essere grati della colonizzazione.
Accantonando la nostra bonaria idea che tutto andrà sempre bene; non pensiamo che questi paesi magari trovino molti muri interni alle loro popolazioni dove si riscontra soddisfazione nel vedere che l’occidente non è il più il più forte sulla scena mondiale?
Per loro è tanto sconveniente un mondo multipolare? Magari un mondo in cui diventano determinanti per fare l’ago della bilancia? Noi dobbiamo saper difendere i nostri interessi. E non parliamo di Europa perché tanto l’Europa politicamente non esiste. Ognuno guarda il suo.
I nostri alleati americani ci chiedo un embargo fortissimo sull’energia. Però mai come adesso gli interessi divergono. Noi e la Germania siamo i paesi che hanno più bisogno della Russia per l’approvvigionamento energetico.
Per quanto riguarda il petrolio gli americani usano solo il 3% di quello russo. Mentre noi 11% e la Germania addirittura il 35%.
Quindi paradossalmente per il petrolio noi potremmo essere in grado di assorbire l’urto. Anche se non sarebbe semplice. Se fosse l’unico colpo sarebbe anche sostenibile.
Il problema del gas
I russi però minacciano apertamente di far seguire all’embargo sul petrolio, una loro chiusura del rubinetto del gas. E qui la situazione inizia a peggiorare.
La situazione qui si aggrava moltissimo innanzitutto per la Germania che compra il 55% del suo gas dai russi ed anche il 50% del suo carbone, vanificando l’idea che il carbone possa essere a questo punto un’alternativa. Almeno per i tedeschi.
Per l’Italia quasi il 39% del gas viene dalla Russia. Ma noi non siamo assolutamente attrezzati, né abbiamo le infrastrutture adeguate, per rendere a breve termine praticabile un approvvigionamento alternativo in quantità sufficienti.
E quando anche riuscissimo a sviluppare, nell’arco di qualche anno, tutto il necessario per approvvigionare in altro loco, avremmo interesse a non diversificare gli approvvigionamenti e dipendere pienamente soltanto da un fornitore?
Oltre che la nostra politica sarebbe perennemente condizionata da quest’ultimo, paradossalmente non potremmo neanche facilmente dire di no a rincari eccessivi, non avendo alternative.
Restando ad oggi, la perdita dell’approvvigionamento dai russi massacrerebbe l’economia italiana, porterebbe allo stremo ed al collasso il nostro sistema in pochi mesi, ed ancora peggio tarperebbe le ali a qualunque speranza per il futuro su una qualsiasi ripresa.
Chiaramente la Germania ha già fatto sapere che non può rinunciare alle forniture russe. Questa è una politica estera basata sulla realpolitik, ossia sugli interessi del paese confrontandosi con la realtà.
Abbiamo bisogno che l’Italia sappia far sentire la sua voce, e sappia difendere i propri interessi nazionali in un momento delicatissimo per la sopravvivenza stessa del nostro popolo.
Leggere: Ma in guerra ci andranno i cinquantenni
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