La prevenzione della disabilità nell’anziano fragile

La prevenzione della disabilità nell’anziano fragile

Questo il tema di un convegno, uno dei tanti, insieme alle tavole rotonde, che si svolgono sul nostro territorio, e su tanti altri.

Ah dimenticavo le giornate di studio, in cui si disquisisce di prevenzione in una società complessa, delle  modalità di accesso ai servizi per anziani non autosufficienti e, naturalmente, le possibili soluzioni, attualità e prospettive nonchè di proposte di  progetti sperimentali

Poi, ci si scontra con la realtà.

Prima di capire a chi ci si deve rivolgere passano i mesi, perchè le competenze si scontrano come le automobiline a cozzo.

Si accompagna faticosamente  l’anziano fragile alla visita fiscale che spesso  sembra, per la severità di alcuni medici arcigni, che dimenticano l’aspetto medico sanitario per privilegiare, appunto,  quello fiscale, una inquisizione in cui devi dimostrare che l’anziano che si trascina a mala pena sulle gambe, non può camminare senza un aiuto.

L’umiliazione che prova l’anziano e i familiari che lo accompagnano è indescrivibile

Ma questo è solo un esempio, e se ripenso a quello che ho passato con mia madre mi viene la nausea. Il tutto per avere non la pensione di invalidità o di handicap che sono due percorsi diversi ,  ehh, ma solo  un aiuto settimanale, qualche ora per dare il cambio alla badante salariata profumatamente dalla famiglia.

E capire dove inizia l’aspetto sanitario e dove finisce per  entrare nei meandri allucinanti del sociale, è quasi impossibile

Bene, la mia mamma, allettata, ha ricevuto la comunicazione di un aiuto o addirittura il posto in  una casa di riposo gestita dal comune, a pagamento naturalmente, il giorno dopo….

Il problema è pesante, talvolta angosciante, e dato che in città la presenza di anziani o grandi vecchi è altissima, si parla di una percentuale di  oltre un terzo della popolazione residente, va affrontato nella maniera giusta e  anche onesta

La confusione creata dalla società della salute è allarmante. La volontà di accorpare l’aspetto sanitario a quello sociale è stato ed è assolutamente deleterio con conflitti di competenze inenarrabili. Provare per credere. Eppure sulla carta i servizi sono previsti.

Mi chiedo qual’è il criterio di scelta e la gestione delle liste d’attesa

1. Teleassistenza (per le agevolazioni in base alla situazione economica dell’utente);

2. Gestione dei contributi per assistenti familiari e di sostegno alle cure familiari;

3. Coordinamento del servizio Pasti a Domicilio;

4. Sorveglianza Attiva e servizi per l’Aiuto Estate Anziani;

5. Gestione servizi di supporto per vacanze disabili;

6. Sportello d’informazione telefonica sui servizi sociali e sociosanitari in favore degli anziani fragili o non autosufficienti e delle persone con disabilità e sulla tematica della tutela giuridica delle persone capaci, con particolare riferimento all’istituto dell’Amministrazione di sostegno

E anche di questo mi vorrei occupare  se  avessi facoltà di intervenire.

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