LA PROPOSTA DI ALESSANDRO DRAGHI E L’ISTERIA DELLA SINISTRA FIORENTINA
La proposta di Alessandro Draghi, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Firenze e Vicepresidente del Consiglio comunale, di intitolare una rotonda – quella che collega Viale Augusto Righi a Via Lungo l’Affrico, detta comunemente “del Salviatino” – a Giovanni Gentile, ha avuto un effetto dirompente sulla sinistra cittadina, mandandola in tilt e costringendola ad attingere a piene mani al consueto armamentario ideologico che ne costituisce l’unica cifra distintiva (in città come altrove)
Il consigliere Draghi, in occasione del 15 Aprile, data nella quale fu barbaramente assassinato Giovanni Gentile dai GAP ha chiesto l’intitolazione in onore del filosofo siciliano – ma fiorentino d’adozione – della suddetta rotonda come ricordo di una figura eminente del pensiero italiano.
Un intellettuale che, assieme a Benedetto Croce, ha dato un contributo importante alla cultura della Nazione nel Secolo scorso e la cui onorificenza – che non significa condividerne il pensiero politico tout court – non avrebbe dovuto scandalizzare nessuno.
E invece….
Giovanni Gentile è stato un intellettuale profondo e prolifico.
Uno dei massimi esponenti dell’idealismo italiano, co-fondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e autore, da ministro, della riforma scolastica che portava il suo nome e che è rimasta in vigore sino alla fine degli anni 90.
Ma tutto ciò, per qualcuno, non è sufficiente perché Giovanni Gentile fu legato a doppio filo con il fascismo mussoliniano benché ne contestò la promulgazione delle vergognose leggi razziali da cui il filosofo si distaccò in modo radicale, intervenendo più volte a favore di colleghi ebrei
Per la sinistra cittadina, il legame di Gentile col Fascismo non ne autorizza la memoria nemmeno nella toponomastica. Sarebbe per costoro, una forma di vilipendio storico alla Resistenza (sic!) particolarmente odioso a pochi giorni dalla celebrazione del 25 Aprile, una festa di liberazione di cui la sinistra si è appropriata sin dal principio, trasformandola in una sorta di celebrazione di sinistra.
Gentile fu una figura complessa, certamente organico al fascismo politico, ma mai supino ad esso. Oltre al contrasto intellettuale alle Leggi Razziali (sin dal 1933 Gentile contestò radicalmente le teorie razziste che stavano prendendo piede in Continente, propria partendo dall’esperienza dell’Impero romano, declinandolo in chiave antinazionalista e tollerante), nota è anche la sua posizione contro i Patti Lateranensi che cristallizzarono l’alleanza del Regime con la Chiesta Cattolica in difesa di uno stato che non poteva che essere laico
Le opere di Gentile (assieme a Croce) furono messe all’indice dal Vaticano che non poteva tollerare la visione religiosa e laica del filosofo.
Proprio questo fatto segnò anche un allentamento del ruolo politico sin a quel momento ricoperto nella gerarchia fascista
Insomma, la complessa opera del filosofo, la sua abnegazione ideale verso la verità intellettuale da declinare secondo forme politiche ben precise dette sicuramente un contributo importante al dibattito culturale italiano del primo Novecento e anche successivamente, vista l’estrema attualità della sua produzione.
Questo, e non certo forme di inutile e infruttuoso nostalgismo, è all’origine della mozione presentata da Draghi riguardo a una figura di riferimento intellettuale, al tempo e barbaramente trucidata proprio da chi è l’antenato dei moderni finti democratici
L’agguato mortale al Salviatino il 15 Aprile 1944 fu una delle più brutte pagine della Resistenza Italiana, ferocemente rivendicato dai Comunisti, ma altrettanto criticato da ampia parte del movimento partigiano. Da Piero Calamandrei a Carlo Levi, da Concetto Marchesi ad Alcide De Gasperi – tutti antifascisti e membri attivi della Resistenza – si opposero fermamente e strenuamente all’uccisione del professore e ne condannarono l’esecuzione sommaria, che invece la componente comunista del CLN volle perpetrare comunque e che, evidentemente, anche oggi, rivendica come gesto di liberazione.
Da precisare che Gentile non fu un soldato e l’agguato al Salviatino non fu un atto di guerra, e nemmeno di resistenza. Ma semplicemente una esecuzione fredda e spietata di un nemico politico disarmato
Un atto che – come giustamente sottolineato in passato – ha insozzato la Resistenza, proprio perché “una causa giusta non può giustificare ogni atto compiuto in suo nome”
Per questo stupiscono le reazioni spropositate della sinistra cittadina che, invece di trarre lezione dai grandi della Resistenza italiana, riecheggiano l’intransigenza di chi al tempo, orgoglioso rivendicò la morte di Gentile.
L’impalcatura ideologica di questa sinistra non fa sconti e ci rende prigionieri di un Novecento da cui non vogliamo (meglio, non vogliono) uscire. “…In occasione dell’anniversario della morte dell’intellettuale fascista il Consigliere Draghi, di Fratelli d’Italia, propone di dedicargli la rotonda tra viale Righi e via Lungo l’Affrico
Purtroppo non è una provocazione, come dimostra anche l’uso dei francobolli da parte di questo Governo, per far passare pezzi di immaginario dell’estrema destra italiana, condivisi anche con le parti eversive di quella galassia” questa la posizione di Dimitri Palagi che parla addirittura di un attacco alla Costituzione da parte di Fratelli d’Italia.
Gli fa eco Vincenzo Pizzolo consigliere di AVS Ecolò “Apprendo che il Consigliere e Vicepresidente del Consiglio Comunale Alessandro Draghi abbia avanzato la proposta dell’intitolazione di un luogo toponomastico a Giovanni Gentile, unanimemente riconosciuto quale ideologo del fascismo assieme a Mussolini
Credo che quella del Consigliere Draghi sia una provocazione grave ed inaccettabile, per di più a 10 giorni dall’80esimo anniversario della Liberazione del nostro Paese dal regime nazifascista!”, concludendo anche lui come Draghi avrebbe addirittura compiuto un gesto incompatibile con la Costituzione Italiana.
Del tutto inconsistente la posizione del Presidente del Quartiere 2 Pierguidi, il quale imputa a Gentile la strage del 22 Marzo 1944 allorché cinque ragazzi furono trucidati dai repubblichini per essersi rifiutati di arruolarsi nella RSI. Ma sfugge al Presidente che Gentile e l’autore della strage, Mario Carità si odiavano, al punto che fu proprio Gentile a minacciare di denuncia il reparto del Carità. Pertanto, l’impostazione ideologica di Pierguidi è storicamente infondata e la sua battaglia sul Salviatino del tutto inconferente con quanto proposto da Alessandro Draghi e soprattutto con la storia
E poi, non può tacersi l’immancabile Luca Milani del PD, già noto per i convegni pro palestinesi con tanto di invito a Palazzo Vecchio di ospiti antisemiti, ad arringare le folle parlando a sproposito di proposta vergognosa che non merita di essere discussa (quella di Draghi). Questo a proposito della concezione democratica del Partito (anti)Democratico.
Ebbene, le reazioni isteriche e veterocomuniste della sinistra cittadina la dicono lunga su quale sia l’impalcatura ideologica su cui poggia la loro azione politica. La negazione della storia, il suo utilizzo a fini di parte, e l’omissione delle posizioni di partigiani evidentemente sgraditi
Tutto questo deve far riflettere proprio alla vigilia del 25 Aprile che dovrebbe essere la celebrazione della liberazione dalla dittatura fascista, non l’instaurazione di una nuova dittatura che stronca in modo offensivo ogni diversa idea o proposta.
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