La prospettiva della globalizzazione
Negli anni Cinquanta, in Argentina, a causa della politica del giustizialista Juan Domingo Peron e di Evita Duarte, si diffuse nel linguaggio della cronaca politica, il termine oligarchia.
La parola voleva indicare e denunciare determinati interessi di una certa classe sociale argentina che si intrecciavano a quelli internazionali di varie multinazionali prevalentemente legate al mondo economico e politico anglosassone a causa di certo neocolonialismo post imperiale
Erano ribellioni ad un determinato sfruttamento e ad un sistema, che avvenivano in quel periodo anche nell’ Egitto di Nasser e nell’ Iran di Mossadeq. Il termine oligarca venne utilizzato in modo corretto anche dai media internazionali per indicare quei neo ricchi spuntati come funghi, con metodi quasi da gangsterismo, dopo il crollo del comunismo e della economia dirigista di Stato, in Russia nel drammatico periodo del vuoto di potere della presidenza dell’inconcludente Eltsin.
Sembrava fossero costoro che, per conto di centrali economiche straniere, avessero il reale potere nella Russia post comunista prima che Putin si sbarazzasse di questi oligarchi o ne ridimensionasse il potere decisionale
Oggi i media apostrofano a sproposito con l’appellativo di oligarca qualsiasi capitalista solo se di nazionalità russa, anche se ormai completamente privato del potere politico.
Prima della seconda guerra mondiale, legato prevalentemente all’ex socialista Mussolini, ebbe fortuna il termine plutocrazia. Si alludeva a determinati poteri politico-economici di alcuni Stati che si erano sostituiti letteralmente alla vera volontà generale di Rousseauana memoria
Plutocrazia era un termine che Mussolini aveva ereditato dalla sua cultura socialista e marxista. Infatti il termine veniva utilizzato anche dagli scissionisti comunisti e precede addirittura lo stesso Marx e addirittura ne abbiamo nota già dal XVII secolo ed era utilizzato anche da Antonio Gramsci.
Anni fa il filosofo Marxista Antonio Negri, insieme ad un collega dell’università statunitense, in una famosa opera, utilizzò il termine “impero” per descrivere il potere capitalista del nuovo globalismo che dagli Stati nazione sembra si sia trasferito in anonime centrali di potere istituzionale e no, come possono essere anche dei consigli di amministrazione di strutture economiche, magari con capitali anonimi.
I populisti invece parlavano un modo più diretto di semplici “poteri forti” fino a quando dal potere apicale della società non venne l’ordine di cessare di parlarne perché, a sentire loro, poteri forti non esistevano
Un tempo alcuni analisti avevano parlato di Stato profondo, un Deep State che non sarebbe incarnato dal potere istituzionale, ma consisterebbe in un insieme di organismi più o meno legali e istituzionali che, grazie alla propria forza economica o militare, condizionano l’agenda dei governi legittimi. Sono lobby di ogni tipo e non sempre trasparenti. Stato profondo è la notoria definizione riconosciuta.
Dobbiamo tener conto che nel frattempo è cambiato qualcosa. È apparso un superiore potere che accorpa i vari Deep State
Oramai si parla di potere finanziario globale che si avvicina maggiormente a quello descritto dal professor Negri perché comprende anche Grandi banche internazionali e fondi di investimento.
Occorre dire che il potere economico è un gigantesco potere ma che dietro di esso esiste una intelligenza che desidera diventare potere politico e sostituirsi a quello istituzionale degli Stati
La sua espressione ideologica sarebbe la scuola dell’anarco capitalismo che non si limita certo all’azione del presidente argentino Milei, come molti credono, ma è una vera, importante e diffusa scuola di pensiero prevalente in molte università in Europa, come a Vienna e negli Stati Uniti. È un liberalismo che vorrebbe liberarsi dagli Stati, dalle nazioni, e da tradizioni, leggi, istituzioni comunitarie, culto della bellezza, cultura,morale corrente.
Tutto ciò, per il vero liberismo, costituisce solo un inutile serie di legami
È il pensiero di tutti coloro che affermano che il mercato si regola da solo, come dire che non vuole normative e che lo Stato deve farsi da parte. Sappiamo che ufficialmente a Bruxelles, intorno al palazzo sede del Parlamento Europeo, hanno sede le maggiori multinazionali del mondo per poter fare ufficialmente e apertamente opera di lobbismo.
Un’attività legittima e regolamentata nelle istituzioni europee, portata avanti a suo tempo da gruppi di pressione
Infatti molti parlamentari europei più che rappresentare quella parte di elettorato che lo ha portato a sedere in quel consesso, magari potrebbero essere tentati di fare gli interessi di poteri economici che immaginiamo siano in grado di utilizzare ogni espediente per guadagnare consensi economici.
Questo potere, politico-economico non legittimato da alcuna normativa, sembrava aver trionfato dopo la fine del blocco sovietico che funzionava da contrappeso.
Attualmente sembra che, tale potere, per il momento, non controlli più come prima gli Stati Uniti a causa del ciclone Trump
Questo Stato globale profondo sembra che abbia trovato per il momento rifugio nel vecchio continente.
Pare che si sia barricato a Bruxelles e a Londra, la quale, abbandonata momentaneamente la anglosfera con gli USA, la vediamo di nuovo confabulare a Parigi con francesi e tedeschi
Quello che sembra un neo antiamericanismo dell’Europa, non è altro che la reazione dell’establishment globalista che utilizza il corpo europeo per combattere contro l’usurpatore muscolare di Washington.
Questo “Impero” utilizza il corpo dell’Europa nello stesso modo in cui determinati parassiti utilizzano il corpo vuoto di un pesce morto per nutrirsi di microrganismi
Infatti il pesce zombi sembra muoversi come fosse vivo ma è solo un cadavere perché a muoverlo sono parassiti che si sono impossessati della carcassa. Quello che Bruxelles sbandiera come un nuovo sovranismo riscoperto tardivamente non è altro che un continente che se si lascia guidare passivamente rischia di diventare un cyborg fantascientifico.
Recentemente Putin intervenuto ad un incontro del Servizio Federale per la Sicurezza (Fsb), ha accusato le “élite occidentali” di voler minare la ripresa del dialogo tra Russia e Stati Uniti e ha espressamente detto: “Sono determinate a mantenere l’instabilità nel mondo e cercheranno di interrompere o compromettere il dialogo che è iniziato”
Di chi sta parlando Putin quando allude a queste élite occidentali?
Non sta parlando chiaramente al governo americano e nemmeno solo agli europei, altrimenti avrebbe menzionato l’Europa espressamente.
Chiaramente sta alludendo a elite finanziarie, il Deep State globale o il cosiddetto “Impero” come lo avevano i denominato i professori Negri e Hardt nel noti saggio
Putin ha preferito utilizzare un vocabolo accettato dalla sociologia dal tempo di Vilfredo Pareto ma tenendo conto che questa élite è cresciuta ed ora ha ramificazioni e forti legami a livello globale e non ha più ragione di identificarsi con una Stato imperiale.
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