Non solo i portuali di Puzzer. Non solo i tanti poliziotti e carabinieri che si dicono contrari al green pass. Ora a protestare ci sono anche alcuni pompieri veneti che hanno deciso, per aumentare il clamore e del loro dissenso no pass, di entrare in sciopero della fame.
Valerio Fioravanti, coordinatore dell’Usb vigili del fuoco di Verona, ha spiegato a L’Aria che tira la sua posizione radicale: “Mi astengo dal prendere cibo da questa amministrazione, che con una mano mi dà cibo e con l’altra mi chiede una tangente”. Lo chiamano “ricatto”, il green pass, ovvero un documento che – di fatto – li ha costretti scegliere se allontanarsi dal lavoro (senza stipendio) o se sottoporsi (a pagamento) a un tampone ogni due giorni. “Dopo 35 anni di servizio questa cosa mi ha ferito molto – racconta uno dei pompieri no pass – Si poteva gestire in maniera diversa”.
Fioravanti, invece, fa notare un dettaglio di cui, in questi mesi, si è sentito parlare poco. “Siamo arrivati al punto di esibire un documento per entrare nel luogo di lavoro, ma prima del green pass eravamo molto più sicuri: il comando si era attivato per uno screening a tutto il personale e si veniva controllati regolarmente. Dall’arrivo del green pass non abbiamo più questa certezza”.
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