La rivalsa di Giorgia, in stile Reagan. Solitamente in Italia non siamo famosi per l’ascensore sociale. Le caste in Italia contano. E più i posti si restringono, per difficoltà di budget, più è difficile superare i rampolli.
In America
Negli Stati Uniti è tutta un’altra cosa. Nascono come una nazione di emigranti, in cerca di fortuna. Ed il sogno americano è proprio questo. Non importa da dove parti, ma dove vuoi arrivare. Certo, anche lì c’è il vantaggio di partire privilegiati. Ma non c’è un tappo che blocca le scalate sociali dei meritevoli.
Un ragazzo cresciuto a Dixon, anonima e periferica cittadina dell’Illinois,doveva fare il lavapiatti alla mensa del college per pagarsi il vitto. La retta la sosteneva grazie ad una borsa di studio per il football. Il padre non era mai uscito a trovare una stabilità economica. La madre era riuscita a mandarlo a studiare in un college sostenuto dalla loro comunità religiosa. Dall’età di 15 anni aveva dovuto affiancare il lavoro allo studio, per sostenere le magre finanze familiari.
Poco tempo dopo quel ragazzo riuscirà a trovare un lavoro come cronista alla radio. Di lì diventerà un attore, a volte sminuito dai giornalisti ostili, ma non di basso livello. Tanto è vero che, fondato il sindacato attori americano, ne diverrà il presidente. Sarebbe già stata una carriera di per sé considerevole. Ma non si fermò lì.
Il sogno americano
Il ragazzo sarebbe diventato successivamente governatore della California. Una repubblicano in uno stato tradizionalmente democratico. Ma l’ascesa non sarebbe finita lì, perché qualche anno dopo sarebbe arrivato alla Casa Bianca. Quel ragazzo si chiamava Ronald Reagan.
Il figlio di una famiglia povera non solo divenne presidente degli Stati Uniti, ma uno dei più grandi presidenti della storia degli Stati Uniti. Ed in America la sua figura ancora affascina. È la riprova di una democrazia matura e di un sistema che funziona. Da dove è partito non conta. Perché la stragrande maggioranza dei nonni, degli americani sono partiti da poco o niente. Conta dove lui è arrivato, conta dove loro sono arrivati. Questa è la patria delle opportunità, tutto questo è il sogno americano.
In Italia
Succede anche in Italia, ma nel nostro sistema di caste è molto più difficile. La raccomandazione qui pesa. Da dove parti spesso influenza dove arrivi. Ma non è sempre così.
Giorgia Meloni era una ragazza della periferia Romana. Non dei Parioli. Non dei quartieri alti. Non ha studiato in scuole esclusive, ha dovuto fare la baby-sitter ed ha lavorato per mantenersi agli studi. La sua carriera di militanza parte dell’affissione di manifesti, dal volantinaggio, dalle periferie ed è un costante andare avanti solo spinta da una cosa : il merito.
La Meloni è andata avanti sempre attraverso l’impegno e l’abnegazione costante. E questo le ha consentito di diventare leader del primo partito italiano. Ora ha ragione Pietrangelo Buttafuoco quando dice che la sua è una storia di sinistra, in un’intervista rilasciata proprio alla Repubblica.
Ma non perché si tratti di una storia della sinistra, ma intrisa dai valori che dovrebbero essere della sinistra.
Rossi e Snob
Uno stereotipo, vuol vedere la destra come quella degli snob e la sinistra come quella dei difensori degli ultimi. Eppure non è propriamente così. Ormai la sinistra è piena di radical chic, che parlano di miseria, pensando di curarla con una beneficenza oligarchica.
In realtà le battute e le critiche a Giorgia Meloni, per il suo iter, che dovrebbe essere un iter che ispira un uomo di sinistra quale esempio rivalsa sociale, dimostrano la lontananza della sinistra dalle persone.
Il nostro è un grande paese proprio perché oggi vede qualcuno andare avanti per merito. E questo va al di là della persona o dell’idea. Diventa un’ispirazione per tutti gli italiani. Perché siano principi meritocratici ad animare il paese. Così forse la smetteremo di vedere selezionare sempre i soliti, e quelli da noi considerati di serie B andare all’estero e stupire il mondo. Magari i migliori ce li terremo qui da noi. A fare grande l’Italia.
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