La politica italiana ha visto, come spesso succede in questo paese, non muoversi niente per decenni dal punto di vista dell’evoluzione femminile. Quella vera, non quella da salotto e da talk show, che si pratica oggi.
E poi di colpo
Poi adesso siamo arrivati, come è nel carattere degli italiani, ad un cambiamento estremo. Tutto nel giro di pochissimo tempo. Per le donne la situazione è ribaltata.
Il capo del governo, legittimato direttamente dagli italiani, è una donna. Ed è anche il leader del principale partito di governo.
Ed adesso anche il capo del principale partito d’opposizione, dunque capo dell’opposizione di facto, è una donna.
Non abbiamo via di mezzo
Questo è caratterizzante del popolo italiano. Non siamo un paese capace di evolvere a piccoli passi. Noi abbiamo picchi di genialità che spesso ci portano a fare qualcosa in ritardo, ma con slancio superiore alla maggior parte dei paesi del mondo.
Ed ora non abbiamo mezze misure. Le donne ci hanno messo oggettivamente tanto, perché il nostro è un paese che non vuole definirsi maschilista, ma di fatto lo è sempre stato.
Non per una cena
Il problema della discriminazione dei cittadini in ragione del sesso, è molto più serio delle sciocchezze propinate ogni giorno, da persone in linea con la politica più superficiale del nostro tempo.
Chi porta in tavola i pasti, è relativamente importante. Ma alcune preclusioni sono state portate avanti, in piena Repubblica. Non dalla dittatura.Ma dalla società.
Solo nel 1963 infatti, il concorso in magistratura fu aperto alle donne. E solo nel 1965 una donna, Gabriella Luccioli, prese servizio come prima donna magistrato.
Per un ministro donna si sarebbe dovuto aspettare ancora. Infatti Tina Anselmi, sarebbe diventata ministro del lavoro solo nel 1976.
Ma la discriminazione non finiva certo qui. Perché ad esempio nelle forze armate le donne non potevano entrare. Ed il loro graduale percorso di inserimento, è iniziato solo con una specifica legge dell’ottobre del 1999. L’ingresso delle donne ha salutato l’alba del nuovo millennio nelle forze armate.
Tutti questi casi mostrano la triste realtà di una discriminazione in base al sesso, di cittadini che avevano pienamente diritto di avere le stesse possibilità dei loro connazionali maschi.
Ed oggi
Queste discriminazioni, sono una riprova del fatto che anche le democrazie commettono delle profonde ingiustizie. L’ottusità non è appannaggio esclusivo dei regimi.
Però adesso si arriva al ridicolo e pittoresco indignarsi per qualunque donna o famiglia che viva in maniera tradizionale dei ruoli storicizzati. Lo dice uno che sta ai fornelli. Non è questo sminuisca la dignità della persona.
Sono le leggi che limitano la libertà dei cittadini, in funzione delle loro peculiarità, che offendono la società.
Oggi invece abbiamo le cariche di vertice in mano a delle donne. Magari anche il prossimo Capo dello Stato sarà una donna.
I colori sfumati non appartengono all’Italia. Ci tingiamo sempre di questi. Ma poi in fondo il mondo ci adora per i nostri slanci, le nostre geniali intuizioni, i nostri eccessi.
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