Scuola sì, scuola no, scuola forse. Il Governo, ormai è stato appurato, non ha mai avuto le idee chiare. Su nulla. Ma sulla scuola, santa pace, sta dando il meglio (il peggio) di sé.
Arriva il Ministro Azzo-lina: il 7 gennaio si torna in classe! Ma poi no, scusate forse è meglio l’11. Facciamo il 18. Ma forse a fine mese è pure meglio. Alla fine abbiamo deciso: ognuno faccia come straca##o gli pare. Decidano le regioni, ma sentito il parere del CTS, visto il DPCM, dopo l’editto dell’imperatore/gerarca Giusy Conte.
Come se 3 giorni facessero la differenza fra sicurezza e no. Dopo che i presidi (ai miei tempi si chiamavano così) avevano predisposto le riaperture in massima sicurezza. L’Armata Brancaleone di Palazzo Chigi ormai ci ha tristemente abituati a cambi di marcia dell’ultimo minuto. Il rigurgito della “zona Cesarini”. Come se in Italia non ci fosse già abbastanza panico e disorientamento, Conte & Co. sparigliano il tavolo sempre poco prima degli eventi.
I ragazzi ostaggio degli interessi politici
La verità però non è da ricercare nella diffusione del Covid, ma nelle guerre di potere che la maggioranza sta combattendo al suo interno. La scuola è diventata la pietra angolare: Renzi, Conte e tutti gli altri capoccioni mancini, minacciano cadute di governo, rimpasti, ministri in altalena.
Manteniamo le poltrone a discapito delle nuove generazioni. Tanto chi se ne frega. È ormai acclarato che la lobotimizzazione virtuale dei ragazzi sia già in atto. Meglio delle larve davanti a un cellulare che fanno tutto quello che viene detto loro, in vece che future menti brillanti e indipendenti.
Mastichiamo per bene il cervello dei giovani: saranno più plasmabili da adulti. Basta un cane pastore per comandare un gregge di pecore. Ma le pecore non devono avere cervello e personalità, altrimenti tutto il castello di carte cade per terra.
E poi non scordiamoci i sindacati, che anche loro fanno la parte del leone. Meglio stare a casa a prendere lo stipendio intero, che dover andare a lavorare sul posto. Non c’è dubbio. Mi pare una vecchia massima di Max Catalano.
In tutto questo i governatori del centrodestra, invece che rimanere compatti fra loro e fare squadra contro l’incapacità governativa, giocano ognuno la propria partita. Creando ancora più confusione.
Il meglio c’ha la rogna…
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