Monica Cirinnà con i suoi 13mila euro al mese non può permettersi di offendere gli italiani. La madrina delle unioni civili e senatrice del Pd, nella giornata delle donne ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post con la scritta: «In piazza Vittorio allo sciopero globale delle donne. Oggi marciamo anche contro chi ci vorrebbe angeli del focolare e non autodeterminate. Come il ddl Pillon che minaccia i diritti conquistati dalle donne con anni di battaglie». Il post è accompagnato da una foto che la riprende con un cartello vergognoso: «Dio, Patria, Famiglia che vita de merda».
Un post offensivo che ha fatto subito insorgere il web. Tantissimi i commenti al vetriolo che sono comparsi sulla sua pagina Facebook. Un utente scrive: «Da donna indipendente, emancipata e libera prendo completamente le distanze da ciò che afferma questa signora». E un altro aggiunge: «Non c’era bisogno di questo cartello per sapere da che parte lei sta. Quando scomparirà dalla scena politica italiana sarà un gran giorno». E ancora c’è chi dice: «Sono rimasugli sessantottini, pseudofemministi, che fanno parte delle idee malate di allora, comuni Hippy, cancellazione dell’autorità, il matrimonio è “borghese”, donna di carriera che non deve toccare una pentola, distruggere tutto perché tutto sbagliato, magari reggipetto simbolo della borghesia e amenità del genere che sono strisciate fino al 2019. I risultati sono questi, donnette spesso single, isteriche, circondate da gatti e pappagalli e vestite come Che Guevara postmoderno, con quel sorriso da rivoluzionaria sfacciatella.. che pensano solo al lavoro perché chi lavora in casa è una schiava… Quindi lotta contro il maschio prevaricatore, impegno per animali, famiglie e adozioni gay ma distruzione della famiglia tradizionale, disprezzo dell’uomo spesso, niente senso dell’identità nazionale, storia, orgoglio. Assenza di valori, di riconoscimento della natura stessa che, le piaccia o no, distingue tra uomo e donna anche da punto di vista psicologico…. E meno male… Ma non per lei vero?». Un altro ancora commenta: «È sconcertante che un personaggio politico, senatore della Repubblica, abbia il coraggio di esternare in pubblico il suo odio, tra l’altro in una maniera così squallida. Per noi giovani l’unica speranza è che fra 100 anni o più la generazione che ci ha portato a questa violenza ideologica che lei ben esprime sarà passata, e forse i nostri figli erediteranno un mondo migliore di quello che le persone come lei, onorevole, ci ha consegnato». E infine: «Che caduta di stile!».