L’intervista di Monica Maggioni al Presidente della Repubblica Araba di Siria Bashar al-Assad è stata messa in onda ieri sera dai canali ufficiali siriani, viene scritta così la parola fine su una vicenda fortemente imbarazzante per l’Italia.
La messa in onda dell’incontro era stata stabilita con le autorità siriane per lo scorso 2 dicembre, all’ultimo momento però la Rai ne blocca la diffusione, tentando di delegittimare con un comunicato stampa il lavoro della Maggioni, giornalista ex presidente della Rai e oggi Ad della partecipata RaiCom. Nella nota rilasciata dall’ufficio stampa dell’azienda, sottoscritta dall’Ad Rai Fabrizio Salini, si legge che “l’intervista al Presidente siriano Bashar al-Assad, realizzata dall’Ad di Rai Com, Monica Maggioni, non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai. Pertanto non poteva venire concordata con noi a priori una data di messa in onda.”
Un atteggiamento che puzza di censura, ovviamente inaccettabile per la Siria: “Sarebbe stato meglio per un operatore europeo aderire ai principi proclamati dall’Occidente, specialmente alla luce del fatto che opera in un Paese che è parte dell’Unione Europea, che dovrebbe tutelare la libertà di stampa e il rispetto della diversità di opinioni come parte essenziale dei propri “valori””.
A mettere una toppa peggio del buco arriva poi il sindacato Usigrai: “Chiarito che né Rainews 24 né alcuna altra testata della Rai ha commissionato l’intervista al presidente della Siria Assad, né quindi ha preso impegni a trasmetterla, chi ha assunto accordi con la Presidenza della Siria per conto della Rai? E perché? Fermo restando che non si può cedere ad alcun ultimatum da parte di nessuno, men che meno da parte del capo dello Stato di un Paese straniero, siamo di fronte a una vicenda imbarazzante. La Rai deve fare chiarezza con urgenza e individuare le responsabilità. Senza alcun tentennamento. Questa volta è in gioco l’autorevolezza della Rai, la credibilità internazionale sua e dell’Italia.”
Verrebbe voglia di domandare agli zelanti membri di questo sindacato se ad una comprensibile indignazione come questa, eventualmente giunta dagli Stati Uniti, la risposta sarebbe stata la stessa… Tuttavia su una cosa hanno ragione: l’Italia ha perso ancora una volta un’occasione per dimostrare dignità ed autorevolezza.
Non possiamo sapere se si sia trattato effettivamente dell’ennesimo atto di servile censura, (cosa alla quale ci siamo purtroppo abituati quando si parla di Siria) o piuttosto di semplice cialtroneria dilettantesca. Ciò che è certo è che l’intervista è stata comunque mandata in onda dai siriani e in queste ore sta facendo il giro del mondo. In Italia, nel frattempo, la tragedia si è trasformata in farsa: dopo la divulgazione del video, la Rai ha deciso di renderlo disponibile a sua volta su Rai Play.
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