La sonda della NASA Juno ha appena sorvolato Ganimede, uno dei 4 satelliti galileiani di Giove.
Tali satelliti sono così denominati tal modo in quanto vennero scoperti da Galileo Galilei nel 1610. Furono fondamentali nel dimostrare l’importanza del telescopio nelle osservazioni astronomiche.
Costruito da Lockheed Martin e gestito dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, il veicolo spaziale è stato lanciato dalla Cape Canaveral Air Force Station il 5 agosto 2011. Fa parte del programma New Frontiers. Juno è entrata nell’orbita polare di Giove il 5 luglio 2016 UTC, per iniziare un’indagine scientifica sul pianeta. Dopo aver completato la sua missione, Juno sarà intenzionalmente mandata ad autodistruggersi nell’atmosfera di Giove.
La missione
La missione di Juno è misurare la composizione del gigante gassoso, il suo campo gravitazionale e magnetico e la sua magnetosfera polare. Cercherà anche indizi su come si è formato il pianeta, sulla presenza di un nucleo roccioso, la quantità di acqua presente nell’atmosfera profonda, la distribuzione della massa ed i suoi venti profondi, che possono raggiungere velocità fino a 620 km/h.
Juno è la seconda navicella spaziale ad orbitare attorno a Giove, dopo l’orbiter a propulsione nucleare Galileo, attivo dal 1995 al 2003. A differenza di tutte le precedenti navicelle spaziali inviate ai pianeti esterni, la sonda statunitense è alimentata da pannelli solari. Questi sono comunemente usati dai satelliti in orbita attorno alla Terra e che lavorano nel Sistema Solare interno. Per missioni verso il Sistema Solare esterno vengono invece normalmente usati i generatori termoelettrici a radioisotopi. Per Juno, tuttavia, le tre ali di pannelli solari svolgono anche un ruolo fondamentale nella stabilizzazione del veicolo spaziale oltre che nella generazione di energia.
La missione di Juno, che sarebbe dovuta terminare nel 2018, è stata estesa 2 volte, in principio sino al 2021 ed in seguito sino al 2025.
I satelliti galileiani
Avendo completato il programma di studi relativo al gigante gassoso, Juno si dedicherà da ora in poi a studiare i satelliti galileiani, in particolar modo Ganimede ed Io. Tali satelliti rivestono particolare importanza dato che possiedono un nucleo ferroso che genera un campo magnetico, difendendoli quindi dalle radiazioni, ed acqua allo stato liquido: tali caratteristiche li rendono i candidati più probabili per quel che riguarda la presenza di vita extraterrestre, per lo meno a livello di micro-organismi.
Inoltre, in un’ottica di futura colonizzazione del sistema solare, Ganimede ed Io sarebbero due basi ideali appunto grazie alla presenza di acqua, che semplificherebbe la permanenza di coloni umani.
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