La Speranza nella verità non può essere archiviata

La Speranza nella verità non può essere archiviata

Qualche giorno fa si è fatta strada la notizia seconda la quale l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza e l’ex direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Nicola Magrini, siano indagati dalla Procura di Roma per una inchiesta avviata meno di un mese fa, precisamente il 30 Ottobre 2023, a seguito di un esposto/denuncia presentato da varie associazioni, e con dei capi di imputazione piuttosto rilevanti: si va dal falso ideologico fino all’omicidio.

La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati non ha squarciato, però, quel velo di ipocrisia che tutta questa vicenda ha messo in risalto

Il punto più controverso, come testimonia anche la dichiarazione dell’avvocato dell’Ex Ministro, è la richiesta di archiviazione, a tempo record, avanzata dalla stessa Procura che scaraventa la palla in tribuna; tutto dovrebbe essere rimesso alla decisione del Tribunale dei Ministri che avrà il potere di decidere se archiviare o procedere. Di questo ne sono convinti la stragrande maggioranza dei nostri rappresentanti, secondo i quali le decisioni politiche non dovrebbero essere giudicate dalla magistratura ordinaria.

La richiesta, contemplata dal codice entro i termini previsti dagli artt. 405-407 del Codice di Procedura Penale, secondo i quali il Pubblico Ministero deve presentare al Giudice per le Indagini Preliminari una richiesta di archiviazione, trasmettendo contestualmente il fascicolo che contiene la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali degli atti compiuti davanti al giudice, fa discutere in quanto, all’occhio dell’opinione pubblica, sembra un escamotage creato ad arte per venire incontro alle richieste pressanti di personalità di alto rango.

La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale degli altri

Talvolta capita che una persona venga condannata sulla base di madornali errori nelle varie fasi processuali, ma penso anche, di converso, a tutte le sentenze assolutorie che hanno lasciato libere tante persone che meritavano la condanna. Persone ovviamente potenti o facoltose.

In considerazione della fattispecie presa in esame e dell’attuale contesto storico, dove le libertà individuali sembrano ridotte rispetto agli anni novanta del secolo scorso e dove assistiamo al fenomeno davvero preoccupate relativo alla scarsa partecipazione elettorale, con l’astensionismo che è in costante crescita, osserviamo uno scollamento sociale sempre più marcato, dove da una parte c’è un livello apicale di potere, coeso, blindato e fortificato sulle proprie posizioni e, dall’altro, la fascia di quelli deboli, dove manca, sicuramente, questo legame, questa compattezza, questa coesione.

La speranza è che si vada verso un bilanciamento, verso una giustizia giusta che faccia il suo corso

E’ necessario che non passi il principio secondo il quale si possono calpestare i diritti costituzionali, o utilizzare il potere politico/economico per soggiogare i cittadini, considerandoli sudditi da ricattare.

La verità non può e non deve essere archiviata

Leggi anche: Giulia e i ricatti emotivi

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version