È morta suicida a soli 23 anni la star di Netflix Daisy Coleman. Fu protagonista, insieme ad Audrey Pott, di ‘Audrey & Daisy’, il documentario pluripremiato del 2016 che racconta gli abusi e le violenze sessuali subite quando ancora frequentavano il liceo. Il corpo della Coleman è stato trovato dopo che la madre, Melinda, ha allertato la polizia, preoccupata per lo stato di salute della ragazza.
L’annuncio su Facebook
“Mia figlia Catherine Daisy Coleman si è suicidata stanotte”, ha scritto la madre comunicando la notizia della morte su Facebook. “Era la mia migliore amica ed una figlia straordinaria. Credo pensasse che avrei potuto vivere senza di lei. Ma non è così. Non si è mai ripresa da quello che le hanno fatto quei ragazzi, e non è giusto. La mia bambina non c’è più”.
Il documentario, diretto da Bonni Cohen e John Shank e presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2016, descrive nel dettaglio la storia di abusi e violenze sessuali subiti da Daisy Coleman e Audrey Pott, in particolare delle accuse rivolte all’allora diciasettenne Matthew Barnett, che avrebbe stuprato la Coleman ad una festa nel Maryland nel 2012, quando la ragazza aveva 14 anni.
L’amica suicida nel 2012
Il caso fu archiviato senza alcuna condanna per Barnett, secondo i Coleman per via dei legami politici locali della famiglia del ragazzo. La notizia fece scalpore a livello nazionale, e la famiglia Coleman fu costretta a lasciare il Maryland per via degli abusi e delle minacce subite online e a scuola da Daisy dopo l’accaduto. Audrey Pott fu invece aggredita a Saratoga, in California, nel settembre 2012. Si tolse la vita dieci giorni dopo.
Dopo aver lasciato il Maryland, Daisy Coleman ha frequentato il Missouri Valley College ed è stata co-fondatrice della SafeBae (Safe Before Anyone Else – Al sicuro prima di chiunque altro), un’organizzazione no-profit dedicata a porre fine alle violenze sessuali tra studenti delle scuole medie e superiori. L’organizzazione aiuta anche i sopravvissuti a far fronte alle loro esperienze.
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