Sapri – Ma che bella! una statua in bronzo che esprime tutta la femminilità di quella donna che ad uno ad uno guardò nel viso quei trecento giovani e forti. Che si fece ardita e preso per mano il bel capitano dagli occhi azzurri e i capelli d’oro che andava a morire per la sua Patria bella, quel giorno si dimenticò di spigolare ed andò dietro a quei giovani che non vollero fuggire ma vollero morire.
Così la poesia di Luca Mercantini ispirata alla fallita spedizione di Carlo Pisacane che voleva, nel 1857, fare la rivoluzione contro l’impero borbonico nel Regno delle Due Sicilie, rivive oggi nella statua bronzea che Emanuele Stifano ha realizzato per il comune di Sapri, in provincia di Salerno: la Spigolatrice di Sapri.
Non sono una critica d’arte. Ma sono una donna che non si scandalizza di fronte ad un bel corpo, maschile o femminile che sia. Madre Natura ci ha fatti belli e belle e l’abbigliamento velato che copre il lato B della statua della spigolatrice non merita certo di essere demonizzato definendo come “sessista” l’opera d’arte in oggetto.
Seducente, ma non rozza
Seducente, non casta; curvilinea e aggraziata, non rozza; con abiti impalpabili e non con il burqa.
Non se ne abbiano a male le “femministe” che ci vorrebbero tutte “ciccia e brufoli”. A-sessuate e pure sessuofobiche. E che invocano l’abbattimento della bella spigolatrice bronzea in nome della banalizzazione della donna e di un non meglio precisato attacco alla parità di genere. Le questioni sociali e politiche che riguardano le donne sono altre. E forse, se davvero – da donne – ce ne fossimo occupate, o se ne fosse occupato chi di dovere, in maniera seria, concreta e consapevole, non saremmo a discutere di una statua. Francamente, il politicamente corretto non solo non mi ha mai convinta ma l’ho sempre trovato estremamente noioso, inutilmente propagandistico e decisamente integralista.
Se il David di Michelangelo è esposto in tutta la sua grandiosa nudità nel Museo dell’Accademia a Firenze, altrettanto lo può essere la Spigolatrice in riva al mare, nel Cilento, con un velo leggero che dalla vita le arriva ai piedi.
Con buona pace della parità di genere.
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