L’ingresso degli Stati Uniti – Negli ultimi mesi del 1941 era chiaro ormai a tutti che l’Italia avesse disperatamente bisogno dell’alleato tedesco. Però in proporzione alle fasi iniziali del conflitto le cose non stavano andando troppo male.
In Russia si stava cautamente seguendo la campagna senza esagerazioni, partecipando attivamente alle operazioni dietro lo slancio della forza d’impatto tedesca. In Nord Africa le due battaglie di Bir El Gobi con il respingimento degli inglesi avevamo rappresentato un significativo successo per le forze armate italiane. Inoltre gli alpini sul fronte jugoslavo avevano inflitto una pesante sconfitta alla resistenza a Pljevlja.
Risultati che in un certo senso rialzarono il morale e fecero guardare con ottimismo al futuro, anche sulla scia della rapida avanzata dei tedeschi che erano ormai alle porte di Mosca.
I più ottimisti ritenevano possibile un tracollo del colosso sovietico in breve tempo, così come avvenuto ventiquattro anni prima, durante il primo conflitto mondiale. Ma lo scenario iniziò a complicarsi con l’attacco giapponese alla flotta americana a Pearl Harbour.
Non perché le forze dell’Asse non se lo aspettassero. Sapevano molto bene quello che stava avvenendo. Ma perché a questo punto i successi tedeschi dovevano essere per forza di cose coronati nel più breve tempo possibile dalla capitolazione Sovietica.
Gli Stai Uniti entrano in guerra
L’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto avrebbe comportato un gravissimo problema se la guerra fosse proseguita ancora a lungo. Sicuramente la Germania non poteva combattere efficacemente su due fronti sostenendo anche un alleato non autonomo.
Gli americani non portavano solo uomini in grande quantità, e la certezza che Inghilterra non avrebbe potuto più essere facilmente scoraggiata a proseguire la guerra, portavano mezzi e soprattutto portavano un apparato industriale eccezionale.
Il miglior apparato industriale che avesse il mondo di quel tempo. Non si trattava solo della qualità dell’apparato, ma della quantità che sapeva realizzare quell’apparato. Gli Stati Uniti potevano produrre un surplus da redistribuire anche in favore degli alleati in difficoltà, rifornendo in tale quantità tutti gli avversari dell’Asse da renderli preponderanti in termini di mezzi su ogni fronte.
L’inadeguatezza industriale della URSS
Soprattutto il gigante sovietico, che aveva un apparato industriale chiaramente inadeguato rispetto ai tedeschi, ma una grandissima disponibilità di risorse umane, se rifornito da un apparato produttivo come quello statunitense diventava estremamente pericoloso.
Mussolini si trovò di fronte ad un importante scommessa, l’ennesima scommessa di questo conflitto.
Sarebbe crollata l’Unione Sovietica prima che l’apporto americano si fosse fatto sentire? Sarebbero riusciti in poche settimane i tedeschi a terminare la loro avanzata che li aveva portati alle porte della capitale russa?
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