La Turchia trait d’union tra i BRICS e la NATO
Lunedì 2 settembre è stata battuta da tutte le agenzie di stampa mondiali la notizia che da tempo molti analisti politici internazionali attendevano: la Turchia ha chiesto di collaborare con i Paesi BRICS, non uscendo di fatto dalla Nato ma mettendo comunque un piede fuori.
Il Governo di Ankara ha infatti sciolto le riserve e ufficializzato la scelta di aderire al blocco dei Paesi emergenti guidati dai leaders Vladimir Putin e Xi Jinping
Lo ha fatto, nonostante tutto, in maniera soft, allontanandosi dagli alleati occidentali e tentando di giustificare la scelta con la vocazione storica millenaria della Turchia di “volano” economico, commerciale, artistico tra Oriente e Occidente.
La realtà invece è un’altra
Sicuramente all’interno del Governo di Ankara è forte l’ambizione di far diventare lo Stato turco un Paese di maggior prestigio rispetto ad oggi. Ed è proprio questo che ha spinto il presidente Erdogan ad accogliere la prospettiva di aderire ad un blocco così imponente come sta diventando adesso quello dei BRICS.
Il Presidente ha avuto toni comunque accomodanti
Non vuole una rottura con l’Unione Europea e i paesi del blocco Nato, il suo – nobile – intento è quello di divenire il trait d’union fra due mondi così diversi e, mai come adesso, così distanti come BRICS e NATO. E sembra sinceramente convinto che la Turchia giocherà in un prossimo futuro un ruolo essenziale fra Occidente e Paesi emergenti.
Non sfugge però agli analisti un altro particolare.
Vi è quasi la certezza che a causare la scelta sia una velata “contestazione” del Governo di Ankara nei confronti dei Paesi Nato
Non si è mai sentito sostenuto né apprezzato, il presidente Erdogan, da Paesi come gli Stati Uniti e i suoi alleati. Si avverte forte l’idea di una frustrazione latente.
Primo fra tutti con l’Unione Europea, dove la Turchia, pur avendo bussato per qualche decennio alle porte di Bruxelles, ha trovato sempre tutte le porte chiuse
A fronte quindi dell’avvicinamento turco, fa molto pensare la capacità di attrazione dei Paesi BRICS, che stanno progettando assetti politici ed economici diversi da quelli da conosciuti in questi ultimi 80 anni.
Di fatto stanno ridisegnando la geopolitica mondiale
Complice l’affanno degli Stati Uniti. La superpotenza americana sta progressivamente perdendo la sua supremazia in ogni campo, sia politico che economico. Alcuni prevedono anche che entro breve Washington perderà l’egemonia detenuta ininterrottamente dalla Seconda guerra mondiale in poi.
Ankara, quindi, non vuole perdere l’occasione, entrando nel carro che in questo momento si sta dimostrando più vivace e attivo rispetto alle economie tradizionali più sviluppate
Il presidente Erdogan ha riferito che intende continuare ad adempiere ai suoi obblighi di membro chiave della Nato, nonostante i complessi rapporti bilaterali con gli Stati Uniti.
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