La violenza di genere, una lotta senza fine
È passato da qualche giorno la giornata della memoria della violenza sulle donne.
Un momento triste, odioso, come odiose sono tutti gli atti di violenza verso il prossimo.
Ma questo ha una valenza in più, perché al 90 per cento dei casi, l’atto brutale è perpetuato dal compagno, dal marito, dal fidanzato, da chi condividere un percorso di vita con la vittima
Giusto quindi ricordare tutte le donne uccise, giusto indire convegni, giusto organizzare fiaccolate, proporre pezzi teatrali a tema, presentare libri sull’argomento. Risveglia la coscienza comunitaria, incita alla solidarietà, contribuisce alle donne vessate a non sentirsi sole di fronte a situazioni pericolose per la propria incolumità.
Tutto quindi giusto e opportuno, fuorché quell’ orrendo simbolo delle scarpe col tacco rosso
Fu per la prima volta l’artista Elina Chauvet a cui morì nel 2009 la sorella, di soli venti anni, assassinata dal marito. In ricordo della sorella e dalle tante donne uccise, l’artista decise di mettere nella piazza di un paese messicano 33 paia di scarpe femminili rosse. Rosse come il sangue delle vittime.
Rosse come la rabbia dei familiari, tanti padri, madri, fratelli e sorelle che a seguito del gesto non hanno più la loro congiunta in vita.
Un dolore senza fine, unito al rimpianto di non avere fatto abbastanza, di non aver capito fino in fondo la situazione
Colore quindi azzeccato, ma è proprio la scarpa con il tacco che “stona”. Il tacco è la massima espressione di seduzione della donna nei confronti di un uomo. Utilizzare i modelli con il tacco come simbolo del femminicidio diventa quasi un messaggio ” non sono io il cattivo ma è lei che mi provoca”.
Il tacco viene messo esclusivamente in certe, precise ed eleganti occasioni, e molte volte neanche in questi casi
Quante donne nella quotidianità di tutti i giorni le donne si mettono le scarpe tacco 12? Oltre ad essere scomode, sono l’emblema della donna che pur di piacere non ha capacità di difendersi.
Non può correre, perché con i tacchi è difficile poter scappare, ne’ lottare perché con i tacchi è difficile pure mantenere un equilibrio stabile. Un modello che rappresenta una donna ancor più debole di quanto è nella realta’, chiusa nella visione maschilista di seduzione e debolezza.
Un simbolo che in quanto donna lo trovo riduttivo e a tratti svilente
Più rilevante invece la data del 25 novembre, data in cui ogni anno si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Si ricorda il terribile giorno del 1960 quando furono uccise le sorelle Mirabal .
Erano tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana contrarie al Governo in carica, che per ordine di Rafael Trujillo ai tempi dittatore del Paese caraibico, furono bastonate e gettate con la loro auto in un dirupo. Solo una delle tre si salvò dal massacro.
A memoria del delitto fu istituita ufficialmente la giornata alla memoria dei femminicidi
L’ ’Assemblea generale delle Nazioni Unite la istitui’ con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. Un giorno importante, per non dimenticare.
Silvia Castellani
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