Ministro Lamorgese nell’occhio del ciclone in questi giorni, ancora una volta.
Accusata da più parti dell’immobilismo nel fronteggiare le emergenze di ordine pubblico nel paese, si è schermita dicendo che di più non si poteva.
Sapeva dell’assalto di Forza Nuova alla CGIL, sapeva bene, e non ha fatto intervenire.
Sapeva dei rave party nel viterbese, sapeva, ma non ha fatto intervenire.
Sa degli sbarchi dei clandestini che si susseguono incessanti, ma come si fa? Meglio lasciar fare. Ma sì, ha ragione lei.
C’è da capirla
In uno Stato (Stato?) dove le Forze dell’ordine sono costantemente sotto attacco: usate per controllare Green Pass a chi si prende il caffè piuttosto che nel controllo del territorio dalla criminalità; dove se reagiscono alle angherie dei criminali sono imputate ed angariate.
Dove per sgombrare stabili okkupati da anni si deve trovare un’alternativa abitativa altrimenti nulla: si rimane nella situazione illegittima.
Dove un poliziotto non può inseguire un criminale, le direttive sono chiare: altrimenti correndo potrebbe travolgere gli astanti; dove sparare ad un esaltato armato di coltello ti manda davanti ai tuoi superiori ed al Giudice. Ma chi gliela fa fare, ormai?
Dove di fronte ad assembramenti annunciati a base di alcol, droga, furti e morti sospette ci si limita a mandare volanti di scorta al termine della festa, o dove enclavi off limits sono ormai terre di nessuno, dedicate a spaccio e degrado. Sono le nostre stazioni ferroviarie, i nostri parchi. Ma sì, lasciamoli stare, meglio così.
Dove ha più potere di denuncia Brumotti e la sua bicicletta, piuttosto che un Carabiniere ormai privato dal suo stesso Stato della legittimazione, ed entrambi vengono malmenati, senza alcuna conseguenza. Tonnellate di carta e di verbali, fini a se stessi. Dimenticati, senza esito.
In questo Paese pretendiamo davvero altro da un Ministro degli Interni?
Pensiamo che sia tutta colpa della Lamorgese? Le colpe vengono da lontano.
La sua inerzia è solo la conseguenza ultima di anni di delegittimazione dello Stato, dei suoi rappresentanti.
Quando eravamo ragazzini, magari con un motorino dalla marmitta un po’ più performante, bastava una divisa di un Vigile Urbano per farci sudare freddo.
Oggi è tutto grasso che cola se lo stesso non viene investito, realmente o verbalmente, dal fermato di turno. O se non gli sfasciano l’auto di servizio.
Ma sì ha ragione la Lamorgese. Ma tutta la nostra solidarietà va alle Forze dell’ordine, i veri abbandonati dallo Stato sono loro, e con loro, tutti noi.
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