Mussolini e gli ebrei – Sul rivoluzionario Benito Mussolini, uomo privo di mezze misure formatosi nella tradizione popolare, ebbe forte influenza ed ascendente una bella e sofisticata signora dell’alta società, stimata critica d’arte. Si chiamava Margherita Sarfatti e proveniva da una ricca famiglia di origine ebraica. Era una fervente patriota che aveva donato alla patria il figlio appena diciottenne Roberto, caduto in combattimento durante la grande guerra.
Scrisse la più importante biografia di Benito Mussolini intitolata “Dux”. Ne fu anche per lungo tempo l’amante e, sembra, una delle più intime e fidate consigliere del capo del governo.
Era ebreo Aldo Finzi, ufficiale di lungo corso che ricoprì incarichi importanti, tra cui quello di sottosegretario all’interno e di Presidente del CONI. Dovette addirittura dimettersi dal suo incarico al ministero degli interni, poiché sospettato di essere implicato nel delitto Matteotti. Di seguito divenne un oppositore del regime e fu fucilato alle fosse ardeatine.
Il 22 aprile 1922 venne ucciso a Tivoli Guglielmo Veroli, il locale Segretario del Fascio, in una lite con un comunista locale. Divenendo uno dei primi martiri fascisti, anche lui di religione ebraica.
Ettore Ovazza, fu un importante banchiere saggista ed esponente culturale di primo piano del fascismo, era ebreo anche lui.
Alessandro Pavolini, Capo delle brigate nere e Segretario del Partito Fascista Repubblicano, quando il padre lasciò la famiglia, crebbe vicino all’influenza di una benefattrice amica di sua madre Elisa Uzielli. Era un’esponente di spicco della locale comunità ebraica. Anche Doris Duranti bellissima attrice ed amante storica di quello che fu anche il Ministro della Cultura Popolare aveva origini ebraiche.
Il fascismo era nato anche grazie agli ebrei
Poi il fascismo era nato tra i reduci della Prima Guerra mondiale, dove gli ebrei avevano dimostrato il loro attaccamento al paese, pagando un prezzo di sangue altissimo. Molti ebrei erano iscritti al partito fascista, e molti ebrei avevano contribuito alla presa del potere di Mussolini.
Mussolini guardava a Hitler con grande diffidenza inizialmente. Addirittura si era rischiata la guerra tra la Germania nazista e l’Italia fascista, quando il cancelliere austriaco Dollfuss venne ucciso da simpatizzanti del nazionalsocialismo che invocavano un unione con la Germania.
Mussolini inviò quattro divisioni al Brennero, minacciando l’intervento se fosse stata lesa la sovranità austriaca.
Pronunciò uno storico discorso : “Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d’oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto“.
Fece anche costruire a Bolzano una grande statua di Nerone Claudio Druso, per ribadire anche simbolicamente che l’Italia vegliava sull’indipendenza dell’Austria.
Mussolini passo dall’odio alla simpatia per il nazismo
Però poi Mussolini, decise di evolvere verso posizioni differenti. Hitler aveva capito che per accattivarsi le simpatie del capo del fascismo bisognava garantire un totale disinteresse della Germania nell’area di influenza che Mussolini riteneva di assoluto ed unico ambito di competenza italiano: il Mediterraneo. E dal Mediterraneo, il continente africano.
La Francia aveva da sempre interessi in Nordafrica , l’Inghilterra era un’importante impero coloniale. La Germania in alcun modo minacciava le ambizioni di un grande impero coloniale italiano.
Le sanzioni economiche all’Italia fascista a seguito della conquista dell’Etiopia, ebbero la nefasta conseguenza di avvicinare il regime mussoliniano a quello nazionalsocialista.
Ma Mussolini andò oltre perché non si limitò ad una alleanza strettamente militare. Cercò una comunanza ideale che lo avvicinasse al Führer quasi che fascismo e nazismo fossero la stessa cosa.
Il popolo italiano ed il popolo tedesco
Erano due movimenti differenti perché gli interessi italiani e gli interessi tedeschi non andavano immediatamente a scontrarsi ma non andavano neanche nella stessa direzione.
La conseguenza fu che la politica razziale tedesca, venne applicata in Italia. La politica razziale per l’Italia era assurda poiché essendo un paese di mare aperto storicamente non faceva parte del sentire comune. Le persecuzioni della Chiesa nei riguardi degli ebrei avevano nei secoli avuto ragioni religiose, mai razziali.
Invece Mussolini varò quelle leggi, in cui probabilmente lui stesso neppure credeva troppo; erano solo ed esclusivamente errato calcolo politico, per avvicinarsi al paese che era ritenuto in grado di garantire lo sviluppo degli interessi italiani.
Ma quello che fu sicuramente più grave risiede nella totale mancanza di sensibilità verso la storia di questo paese ed una componente fondamentale di essa come gli ebrei italiani.
Mussolini allontanava il fascismo dall’Italia escludendo una comunità plurimillenaria di italiani dal paese.
Questa infamia fu aggravata dall’essersi resi complici come popolo de più grande genocidio della storia dell’umanità.
Iniziava il cammino verso la fine.
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