- L’antisemitismo moderno non risparmia neanche Anna Frank
Uno dei parametri indicatori della definizione IHRA di antisemitismo include il cosiddetto negazionismo della Shoah. Tale disgustoso fenomeno non descrive solo la messa in dubbio del fatto storico che ha portato al massacro di 6 milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti, e non solo il riduzionismo numerico riguardo le vittime ( che pure da tempo immemore circola persino nei nostri licei), ma anche la distruzione dei suoi simboli, il preteso tentativo di annichilire la memoria che dovrebbe essere monito alle future generazioni circa il dove può portarci questo terribile veleno.
Lo street artist AleXandro aveva realizzato a Milano in questo mese di guerra in Medioriente due opere che, mettendo in connessione passato e presente volevano testimoniare come l’odio nei confronti degli ebrei è tutt’altro che passato, tutt’ altro che un fenomeno da riporre nell’ archivio della storia, magari con animo sereno.
Il mettere in connessione Anna Frank con la divisa dei campi di sterminio ma che impugna orgogliosamente la bandiera di Israele e una bambina palestinese che esca il messaggio “free palestine” mentre dà fuoco alla bandiera di Hamas era un messaggio forte e chiaro.
I giovani, i bambini, le future generazioni israeliane e palestinesi uniti fra ieri e oggi, che si uniscono contro la barbarie nazista e terroristica, unica nemica della pace. Del pari, l’altra opera che rappresenta il bambino ebreo del ghetto di Varsavia, con le mani alzate (simbolo iconico dei rastrellamenti nazisti) a fronte della minaccia di Hamas, connettono passato e presente in una drammatica continuità.
Ambedue le opere hanno il pregio di attualizzare una tragedia, i cui contorni non sono definitivamente archiviati nel 900 ma che, al contrario,riflettono i velenosi tentacoli nell’attualità.
Un’attualità scandita nel viziato Occidente da figli di papà, finti poveri che manifestano contro Israele, uniti ad altri finti poveri (con smartphone e Nike ai piedi) che trovano nell’Islam radicale il fattore identitario che li unisce a dispetto di ogni differenza.
Il tutto vergognosamente coperto da una politica (rectius una parte politica) scandalosamente ambigua, incapace di uscire dal nostalgismo terzomondista e che si pone fuori dal tempo dalla storia e dalla democrazia. Una parte politica che non riesce a definire, anzi che addirittura rifiuta la definizione di organizzazione terrorista per Hamas.
Ecco perché il messaggio di AleXsandro era ed è importante
Ebbene le sue opere sono state vandalizzate in meno di 24ore. Anna Frank giace solitaria adesso perché della bambina palestinese resta uno slogan Free Gaza. E il bambino ebreo del ghetto di Varsavia è stato cancellato lasciando sullo sfondo solo i terroristi giovani e adulti di Hamas. Il gesto sconsiderato reca un messaggio evidente. Dichiarare sostegno ad Hamas e cancellare Israele e ciò che rappresenta. I criminali vorrebbero annullare in modo macabro, l’importanza del messaggio di AleXsandro senza considerare, nella loro stoltezza, che hanno ottenuto ( o,meglio, in un paese normale dovrebbero aver ottenuto) l’effetto contrario.
L’artista ha giustamente dichiarato:”chi ha preso di mira le opere ne ha riconosciuto il significato”. Ed è vero.
Perché attraverso la distruzione materiale della stessa si lancia un messaggio antisemita chiaro ,smaccato così prepotente ed arrogante che dovrebbe fare accendere il cervello e il cuore agli ignavi del “né con .. né con”. Si accende dunque un faro che fa uscire i topi antisemiti dalle fogne nelle quali vanno ricacciati.
In altre parole il vigliacco gesto rafforza il messaggio di AleXsandro, aumenta l importanza del minuto, costringe gli uomini di buona volontà ad alzare la soglia di allerta. Nessuna equidistanza è più possibile. Nessuna ambiguità è più ammessa. Per nessuno! Nessun “ma” nessun “se” può trovare cittadinanza in un contesto di questo genere. C’è da fare una scelta di campo. O con Israele o con il terrorismo.
E, ad ogni scelta, la sua conseguenze>
L’opera di AlexSandro ora più che mai grida forte il suo messaggio
Primo Levi diceva “è accaduto, può accadere di nuovo” ( riferendosi alle persecuzioni antiebraiche). E come si vede proiettato a Berlino ” il mai più è oggi”. L opera di AlexSandro ha il pregio di mostrarci questi concetti per immagini che nessuna deturpazione può cancellare. La distruzione fisica incide quel minuto nel cuore.
Ma ciò richiede una netta presa di posizione della politica e delle istituzioni. Senza questa risposta avremo perso tutti e Hamas avrà vinto anche se sconfitta militarmente.
L’antisemitismo portato in punta di fucile dai criminali nazisti di oggi e di ieri è un virus che attenta mortalmente alle nostre libertà, al futuro del nostro vivere civile alla sicurezza delle nostre società. Gli attuali pro Hamas diventano i nuovi collaborazionisti.
Attenzione! Il rischio è altissimo
Si nutre di ignoranza e si diffonde a macchia d’olio sulla rete e nelle piazze. Dove è la politica?
Dove è l’educazione quando ci si fa scudo morale dei bambini palestinesi per attaccare israele al pari di Hamas che si fa scudo militare umano di quegli stessi bambini?
Come non riconoscere che in quel “Free Gaza” senza che venga aggiunto “from Hamas” c’è tutta la contraddizione di un pensiero gretto ipocrita e perverso che si fa ignoranza travestita da cultura, e diviene viatico per il peggior antisemitismo?
Come non vedere che oggi come ieri l’attacco all’ebreo è il brodo di coltura in cui germoglia una violenza che già sta manifestando i suoi inquietanti segnali?
Questo dice AleXsandro, questo il suo messaggio: “non potrà esserci pace finche il terrorismo non sarà sradicato e legittimarlo significa condannare a morte l’intera umanità “.
Che cosa dobbiamo attendere per svegliarci?
Forse che le bandiere di Hamas sventolino sui nostri campanili?
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