L’ARTE COME ILLUSIONE
La ragione intesa come disincanto, come forma di liberazione da ogni forma di irrazionalismo, è veramente una conquista?
In effetti la cosa sembrava già appurata con la crisi della massima espressione della Ragione, il positivismo
Quando il mondo intellettuale si accorge che la promessa felicità che avrebbe dovuto essere data dalle idee liberatrici del positivismo, non esisteva, nascono reazioni culturali chiamate irrazionaliste o spiritualiste con filosofie come quelle del Bergson in Francia e di Nietzsche in Germania le quali negano esista una verità oggettiva e positiva e arrivano a concepire un relativismo spirituale.
La psicanalisi e la teoria di Einstein sembrano suffragare tali teorie
Questo nuovo spirito ci dona inoltre diverse forme espressive come il simbolismo in pittura e la poetica dei simbolisti francesi ed anche il surrealismo o la Pittura metafisica ed altre numerose correnti espressive. Schopenhauer si abbandona al pessimismo mentre Nietzsche cerca una ragione per l’esistenza nel vitalismo, una corrente di pensiero che emerge prepotentemente in quel periodo.
Oggi la Ragione e il positivismo, dopo la debacle subita, fingono che non sia accaduto nulla, come se queste idee fossero uscite vincitrici dal confronto filosofico e culturale
In pratica alla Ragione è stata assegnata una vittoria a tavolino ed il mondo sembra andare avanti per forza di inerzia, non esistendo più alcun dibattito culturale a tal riguardo. In difesa dell’illusione irrazionalistica vorrei fare solo qualche semplice osservazione. Ogni civiltà umana ed ogni espressione culturale ed artistica del passato è stata la realizzazione di un sogno e di conseguenza da un’astrazione realizzata.
Tutto forse iniziò quando un primitivo volle rappresentare in modo virtuale, scene di caccia sulle pareti di una caverna, rappresentando con una illusione visiva uomini cavalli, bisonti i quali evocano mentalmente situazioni ed emozioni vissute, fotografate come vividi ricordi.
L’arte nasce come illusione ottica anche con la prospettiva o con le finte finestre che si aprono sui giardini dipinti e inesistenti di Pompei
Anche ogni campanile, minareto, e ziggurat che puntano al cielo sono rappresentazioni di illusioni, allegorie di aspirazioni. Quando l’uomo decise di seppellire il compagno o il congiunto in posizione fetale come usava fare il Neanderthal, questo denunciava l’illusione o il desiderio della rinascita dal grembo della madre terra. Da quel gesto nasce la civiltà, da un’illusione. Infatti la terra che dava nutrimento e che ci accoglieva era identificata come madre universale già da molte decine di migliaia di anni.
Altre costruzioni mentali saranno il mito, la religione, la speculazione filosofica, la teologia, la poesia, l’arte, la morale, la letteratura, il legame e la comunicazione col divino e con una dimensione ulteriore
Da tutte queste astrazioni nasce ogni civiltà umana. Infatti tutto nasce dalla capacità della mente umana di pensiero astratto. La capacità di estrarre una forma, una idea dal contesto circostante in cui la natura l’ha collocata e di farne una costruzione ideale. Anche la legge divina che si trasforma in legge umana è un’astrazione e se vogliamo una illusione.
La religione è ciò che lega l’uomo alla dimensione ulteriore di cui ogni uomo ha la netta percezione anche se è una costruzione mentale e non una esperienza di vita vissuta. La speranza, ultima ad uscire dal vaso di Pandora dopo tutti i mali, è l’ennesima illusione come sarà anche la speranza di una vita eterna.
Leviamo all’uomo tutte le illusioni ed avremo una fiera. Sembra che l’uomo sia diventato tale e si sia distaccato da tutti gli altri animali per la sua capacità quasi magica di vedere altro nella natura che lo circondava
Vogliamo usare il termine, per la sua capacità visionaria. Una dote che ha dato la capacità di erigere delle cattedrali quasi impossibili. Una prerogativa che ha fatto concepire all’uomo la bellezza paradisiaca sulla terra.
Le colonne, le vetrate, le sculture, le pitture, i mosaici, gli intarsi, concorrono a creare ciò che non esiste in natura ma solo nei sogni e nei desideri di ogni uomo, il meraviglioso, il sublime e la totale astrazione. La fede e la certezza hanno dato agli uomini la forza di impiegare risorse e tempo, anche secoli, per realizzare l’irrealizzabile, templi della fede con sculture gigantesche anche in oro e avorio.
Per costruire una cattedrale non basta il pollice opponibile, occorre un miracolo realizzato
Col pollice opponibile non si fa la Cappella Sistina né si scrive un poema come la Divina Commedia o una tragedia greca. Tornando all’interrogativo iniziale, siamo certi che il disincanto subentrato sia una liberazione dell’uomo? Siamo certi che il solo progresso tecnico non nasconda nelle sue pieghe un senso di morte, quel nichilismo già illustrato da Dostoevskij ne “I Demoni”?
Non sapremo mai se l’uomo sia un primate impazzito o illuminato
Però è indubbio che abbia avuto queste caratteristiche. Il giardino fell’Efen forse era la normalità. L’uscita dal giardino forse illustra la perdita dell’equilibrio naturale della normalità, la vera nascita dell’umanità.
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