L’asse Pontida-Budapest che transita dall’Europa
E’ di questi giorni la discussione al Parlamento europeo per l’invio di aiuti sotto forma di armi all’Ucraina.
L’incontro a Budapest fra Matteo Salvini e Viktor Orban trattava proprio il voto contrario europeo di nuovi armamenti a Zelensky.
Il loro è un appello alla stop alle armi e a fermare il conflitto fra Russia e Ucraina, ergendosi a paladini della pace assieme alla voce autorevole del Santo Pontefice, il quale in più occasioni ha auspicato un futuro di pace
Non si sa quanto credibile siano le loro intenzioni ma questo è ciò che è trapelato nel bilaterale Salvini-Orban.
Sicuramente tra i due leader vi è pieno accordo su tutto. Proprio su tutto.
E la loro amicizia mette ancora di più in difficoltà il Governo italiano, già provato dal solco dello Ius Scholae.
Soprattutto il divario si nota fra Forza Italia e Lega, che hanno visioni politiche lontane e sempre più inconciliabili
Non è sfuggito infatti il commento stizzito del ministro degli Esteri Tajani, che immediatamente prende le distanze dall’incontro di Budapest. Forza Italia, sottolinea il ministro, fa parte del gruppo a Strasburgo dei Popolari europei e come tale ha effettuato scelte completamente diverse rispetto ai parlamentari europei di Orban e Salvini.
Si fa sentire anche Giorgia Meloni, fedele alla scelta dell’Italia dell’appoggio all’Ucraina, in quanto territorio aggredito. La linea del Governo Meloni sarà riportata anche nei prossimi giorni a New York all’ONU.
Sarà l’occasione di parlare, fra Capi di Stato e di Governo di tutti i Paesi del Mondo, del conflitto russo-ucraino
Meloni non fa sconti nei confronti del suo alleato di Governo in visita a Budapest.
L’Italia proseguirà nell’appoggio all’Ucraina, indipendentemente dalle scelte della Lega.
Anche il comportamento di Orban ha fatto molto discutere durante il suo mandato di Presidente europeo di turno.
Il suo tour a Mosca e a Pechino non è piaciuto. Anzi, ha sollevato una miriade di polemiche, nonostante le intenzioni palesate dal leader ungherese siano state quelle di una “missione di pace”.
Missione che ha avuto come conseguenza quella di affreddare i rapporti, già piuttosto difficili, fra Orban e l’establishment europeo.
L’Ungheria oggi si trova isolata
E’ un Paese, immerso nel Centro Europa, circondato da Paesi che hanno visioni politiche ben diverse e a tratti opposte.
La maggioranza italiana convive nonostante le importanti divisioni interne. Non meglio va alla maggioranza del Parlamento Europeo, che deve fare i conti, per quanto concerne le scelte di aiuto a Kiev, con forti contrasti.
A Salvini e Orban tutto questo non interessa. Procedono in piena armonia nelle loro scelte politiche, interne e non. Il loro accordo non vale solo per la guerra in Ucraina, ma coinvolge anche altre aree geografiche, ad esempio gli Stati Uniti.
Entrambi auspicano un ritorno alla Casa Bianca di Trump, facendo il tifo apertamente per il tycoon
Orban ha incontrato il magnate americano in più occasioni, creando imbarazzo per tutti i partner europei. Salvini e Orban, uniti nelle idee e del sostegno reciproco, sono i sorvegliati speciali in Europa. Salvini, in questo momento, è nel mirino della Magistratura italiana, e rischia una condanna di 6 anni al processo Open Arms.
Orban non solo lo sostiene, ma lo considera un eroe, un patriota che ha fatto il suo dovere e che ha aiutato l’Italia a non essere coinvolta nelle tratte umane del Mediterraneo..
Ma soprattutto Orban rinvigorisce il ruolo del segretario della Lega, offrendo alla persona di Salvini un forte argine a quel fiume ormai in piena di nome Roberto Vannacci, incoronandolo leader indiscusso del partito.
La sintonia Pontida-Budapest è praticamente su tutto
Lavoro, sicurezza e pace sono soltanto alcune delle idee politiche che legano saldamente i due.
Finora Salvini non ha mai fatto mancare l’appoggio alla Meloni in un tema tanto delicato quale la guerra in Ucraina.
Tuttavia in politica, le prospettive possono repentinamente cambiare e creare quindi problemi per l’esecutivo italiano.
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