Lastra a Signa – Terribile incidente stradale, intorno alle 7.20 di ieri mattina in via Livornese, nella zona di Brucianesi, a Lastra a Signa. Coinvolte tre vetture: una gazzella dei carabinieri della compagnia di Signa, una Fiat “Qubo” e una Punto. Secondo le prime ricostruzioni, pare che il conducente della Punto abbia perso il controllo del mezzo, per motivi da chiarire, mentre era impegnato in un sorpasso.
La vettura sarebbe così sbandata urtando la Fiat “Qubo” che procedeva in direzione opposta, verso Montelupo, colpendola nella parte posteriore. Poi lo scontro frontale fra la Punto e la gazzella dei carabinieri che viaggiava sempre verso Montelupo. Sul posto sono arrivati medico e soccorritori della Pubblica assistenza di Signa, della Misericordia di Lastra a Signa e della Misericordia di San Mauro, mentre i vigili del fuoco hanno aiutato i carabinieri a uscire dall’auto.
I rilievi sono stati curati dai vigili di Lastra a Signa. I feriti, quattro uomini di 54, 52, 37 e 55 anni, sono stati portati a Torregalli e Careggi. I più gravi sono i carabinieri, che hanno varie fratture e lesioni. Nessuno sarebbe comunque in pericolo di vita.
Leggi anche: https://www.adhocnews.it/ex-poliziotto-muore-poco-dopo-il-vaccino-aperta-linchiesta/
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT
Lastra a Signa
è un comune italiano di 19 344 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana, conosciuto come Lastra a Gangalandi fino al 1821. Il territorio del comune ha una superficie di circa 43,06 km², con una parte più bassa sviluppatasi lungo il fiume Arno e una parte alta che presenta la massima elevazione nel colle San Romolo (286 m s.l.m.). La chiesa più importante è la storica pieve di San Martino a Gangalandi, situata nella frazione di Ponte a Signa, nucleo originario del Comune di Gangalandi. È chiamata città della pietra per la grande presenza nel passato di cave di pietra arenaria del tipo serena e città della musica per essere stata, fra l’altro, residenza di Enrico Caruso a Villa Caruso di Bellosguardo, ora sede del Museo Enrico Caruso. Porta, inoltre, il titolo di “città dello Zafferano Italiano”.