L’attentato a Trump, un atto da seconda guerra civile americana 

L’attentato a Trump, un atto da seconda guerra civile americana

C’è sempre stato qualcosa di selvaggio nella politica americana. Qualcosa che riporta ai cowboy.

Il paese più libero del mondo, perché bisogna ammetterlo è oltreoceano che  sono stati scritti due dei tre più bei documenti sulla libertà dell’epoca contemporanea: la dichiarazione di indipendenza, nella stesura della quale anche un grande Fiorentino Filippo Mazzei (oggi sarebbe un pratese), ebbe un ruolo di grande rilievo; e la costituzione degli Stati Uniti. Molto più bella della nostra, che continuiamo a definire la più bella del mondo.

Però l’America è anche radicalmente anarchica

Sarà lo spirito di libertà individuale alla base della grande democrazia americana. Sarà l’isolazionismo che si spinge anche nelle singole comunità, per i singoli individui. C’è sicuramente lato cruento nella politica degli Stati Uniti.

La storia

Quattro presidenti americani sono stati assassinati Abram Lincoln fu il primo. Nel XIX secolo fu assassinato anche James Garfield, mentre all’inizio del novecento veniva assassinato William McKinley.

Le immagini dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel 1963, sono rimaste impresse nella memoria collettiva di tutti.

Ronald Reagan fu l’unico presidente americano a sopravvivere ad un attentato nel quale era stato ferito, a seguito di una complessa operazione. Ed il suo attentatore fu l’unico ad evitare la pena capitale venendo ritenuto uno squilibrato.

Altri quattro presidenti subirono degli attentati Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, Theodore Roosevelt e Gerald Ford, senza restare però feriti.

Inoltre, a mia memoria, almeno tre candidati alla presidenza hanno subito attentati. George Wallace che rimase sulla sedia a rotelle, Robert Kennedy che rimase ucciso e Theodore Roosevelt, quando successivamente la presidenza di ricandida. Se consideriamo ieri Trump siamo a quattro.

Però è inquietante lo scenario…

Certo la spaccatura del paese è veramente profonda. Nessuno può negare che ci siano due Americhe che riescono a sintetizzare gli umori di tante realtà nel paese, e si pongono ambedue in uno scontro manicheo, una contro l’altra.

Quando si arriva a negare la legittimità dell’avversario, a demonizzarlo ed a combatterlo non sulle proposte, non sui contenuti ma solo sull’identità di appartenenza ideologica, si inizia ad avere un clima preoccupante.

Se poi però qualcuno spara, questo clima diventa inquietante.

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