Laura Ravetto – Viviamo un momento storico nel quale gli insulti sessisti non dovrebbero più essere perdonati, né coperti da un insulso diritto di satira. Ma sopratutto non dovrebbero più avere un colore politico.
Perché se ad offendere le donne sono gli appartenenti ad una classe politica si alza, giustamente, il polverone. Ma se ad offendere il gentil sesso sono quelli che detengono lo scettro del politicamente corretto e delle battaglie sociali e culturali va bene tutto.
L’ultimo caso riguarda la deputata Laura Ravetto, rea di essere passata da Forza Italia alla Lega.
Ed ecco subito arrivare su Twitter la vignetta indegna di Natangelo, vignettista del Fatto quotidiano. Ritrae una caricatura di Berlusconi che si lamenta per il cambio di bandiera della Ravetto perché (testuali parole): ‘Peccato, era brava, la Ravetto sapeva fare una cosa con la lingua…’
Questa non è ironia né satira, è semplicemente un insulto sessista passato in sordina. Provate a pensare se una simile vignetta l’avesse pubblicata un giornale vicino alla destra, soprattutto se avesse avuto come soggetto una deputata di sinistra.
Si sarebbero, giustamente e sottolineo giustamente, alzate ondate di indignazione. Ogni donna politicamente impegnata avrebbe fatto dimostrato pubblicamente solidarietà alla Ravetto. Ci sarebbero state scuse e correzioni.
Ma dato che la donna in questione appartiene allo schieramento politico sbagliato tutto tace. Facciamo in modo che in futuro un’offesa sessista sia giudicata tale da qualunque parte politica arrivi e chiunque sia il soggetto che la subisce.
Facciamo in modo che l’indignazione a intermittenza abbia fine. Lo dobbiamo alle donne, soprattutto a quelle del futuro.
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